16 Gennaio 2018

Intervista al politologo Gianfranco Pasquino a proposito di una frase elogiativa su Benito Mussolini pronunciata da un presidente di Quartiere del Pd

Fonte:

Corriere Fiorentino

«Sul fascismo errore storico. E un problema etico»

Il politologo Pasquino: per frasi così gli elettori dovrebbero poter revocare la carica

Al primo tentativo, una risposta non riesce neppure a darla. Al professor Gianfranco Pasquino, emerito di Scienza Politica all’Università di Bologna, scappa una risata, quando gli si chiede un giudizio sulla frase sul Duce pronunciata da Maurizio Sguanci: «Lo scriva che sto ridacchiando, mi raccomando», dice il politologo.

Professore, riproviamo: un rappresentante del Pd dice che nessuno in questo Paese è stato capace di fare quanto Mussolini. Che effetto le fa?

 «Che uno debba ricorrere a Mussolini per farsi un po’ di pubblicità è già abbastanza riprovevole. Che questo lo faccia un presidente di Quartiere del Pd diventa anche molto preoccupante. Forse è l’effetto dello scarso studio della storia italiana. Sarebbe meglio che chi si occupa di politica parlasse delle cose che lo riguardano più da vicino, sempre che il Pd ritenga che la conoscenza della storia sia importante».

Ma è possibile scindere, in un dittatore, i crimini dalle sue decisioni amministrative?

«Di dittatori che ne sono stati molti, ma davvero ce n’è anche uno solo che alla fine della sua vita abbia migliorato la vita dei suoi concittadini? Certamente no. C’è una ricerca comparata fatta su un numero enorme di Paesi che dice che la differenza sicura, accertata tra i regimi dittatoriali e le democrazie, anche quelle che funzionano abbastanza male come la nostra, è nell’aspettativa di vita: i cittadini in democrazia vivono dai cinque ai dieci anni di più dei cittadini che vivono in Paesi non democratici».

A Firenze il caso agita la maggioranza in Consiglio comunale. Mussolini ancora oggi è al centro del dibattito politico, scuote coalizioni e assemblee elettive. È giusto che sia così?

«Il problema è etico. Un presidente di Quartiere che fa un errore storico clamoroso dovrebbe sentire la necessità di dimettersi per il bene del Pd. Se non lo fa, il Consiglio di Quartiere dovrebbe chiederne le dimissioni. II sindaco invece potrebbe fare un po’ da Presidente della Repubblica: la famosa moral suasion, cercare con la persuasione morale di dire a costui che deve andarsene».

Quindi è giusto?

«E giusto. Così come direi al candidato della Regione Lombardia per il centrodestra (Attilio Fontana, ndr) che ha detto cose pazzesche sulla razza, che dovrebbe farsi da parte; e che dovrebbero chiederglielo i suoi sostenitori. Anzi, nel caso di Firenze, mi sento quasi di fare un assist ai Cinque Stelle: bisognerebbe che nel regolamento del Quartiere, di fronte a un’affermazione come quella del presidente, ci fosse la possibilità di revoca della carica da parte degli elettori».

Quanto la preoccupa che la visibilità che nelle ultime settimane hanno ottenuto le organizzazioni di estrema destra?

«Posso dare due risposte. Quella politicamente corretta è: sono molto preoccupato. Quella meno politicamente corretta è: queste cose brutte, sporche, stupide, segnalano che questa società invece di crescere stia diventando più corporativa, più egoista, più ignorante; ma ci segnalano anche che purtroppo la politica non è che la rappresentazione esatta della società».