26 Agosto 2016

Intervento della militante antisionista Schiano sul Corriere del Mezzogiorno

Fonte:

Corriere del Mezzogiorno Napoli e Campania

Autore:

Rosa Schiano, Fabrizio Geremicca

«Io non ho espresso un’opinione, ho raccontato la realtà palestinese»

Caro direttore, le scrivo questa lettera in quanto sono stata chiamata in causa all’interno dell’articolo di Fabrizio Geremicca pubblicato il 24 agosto su alcune dichiarazioni della consigliera De Majo. Innanzitutto vorrei precisare che, la fotografia che mi raffigura con il braccio alzato non è stata scattata come descritto «durante un sit-in a Napoli per la Palestina», bensì a Gaza city durante una manifestazione pacifica tenuta, come riportato sul mio profilo facebook da cui è stata presa, il 15 luglio 2013 in protesta al Prawer Plan, un piano discriminatorio per il trasferimento forzato di migliaia di beduini del deserto del Naqab (Negev). Il motivo principale per il quale ho deciso di scrivere è l’amara sorpresa di vedere un mio post — all’interno del quale ho raccolto la testimonianza umana di un amico palestinese residente a Gaza sui bombardamenti avvenuti durante la notte — accostato a toni aggressivi di altre persone, da me mai utilizzati. Non c’è alcun motivo per associare la reazione di Lydia Schapirer al mio post che si limitava a riportare una testimonianza diretta di un fatto accaduto. Io non ho espresso un’opinione, direttore, ho raccontato una realtà. Un’azione militare sproporzionata da parte delle forze militari israeliane — come rilevato anche da autorevoli testate giornalistiche — che spesso non rispettano i principi del diritto internazionale come più volte denunciato dalle stesse Nazioni Unite. Sono sinceramente amareggiata che un giornale come il vostro non colga questa differenza. Io aspiro a fare del giornalismo raccontando, attraverso occhi e voci, fatti riguardanti le vite di una popolazione civile oppressa che conosco direttamente avendo condiviso con essa ogni aspetto della vita quotidiana per oltre due anni compreso il rischio di perderla sotto i frequenti e duri bombardamenti. Credo sia assolutamente legittimo denunciare ed avere posizioni dure nei confronti del governo israeliano che, nonostante i moniti internazionali, continua ad attuare una politica di oppressione, colonizzazione e discriminazione nei confronti di un popolo a cui è stato tolto ogni diritto, dalle risorse essenziali ai diritti fondamentali all’indipendenza, alla propria identità ed a un proprio Stato. Nell’articolo si afferma che in passato ho partecipato in Palestina a manifestazioni e sit-in di protesta ma, quanto riportato, è solo una minima parte della mia lunga esperienza sul campo. Io sono una volontaria per i diritti umani. Ho svolto volontariato per l’International Solidarity Movement, documentando le violazioni sulla popolazione civile palestinese e, insieme ad altri attivisti internazionali, ho svolto interposizione (accompagnamento dei contadini durante il loro lavoro lungo il confine tra la Striscia di Gaza ed il territorio israeliano e dei pescatori nel mare di Gaza) trasformandoci in «scudi umani» al fine di garantire una presenza internazionale come deterrente contro le aggressioni dell’esercito sui civili. Sono stata testimone di gravi violazioni dei diritti umani che ho documentato con fotografie e filmati ed ho collaborato con i centri per diritti umani locali. Ho visitato ed intervistato i feriti negli ospedali, raccontando i bombardamenti dagli ospedali che tremavano. Ho ricevuto una medaglia dal Palestinian Center for Human Rights per il lavoro svolto sul posto. Ho visitato ogni giorno le famiglie palestinesi raccontando la loro vita sotto assedio e stringendo con molte di esse legami famigliari, di affetto, stima e rispetto reciproco che continuano a rimanere tali anche dopo il mio ritorno in Italia. Tra queste, la famiglia del palestinese che l’altra sera ho contattato per assicurarmi delle sue condizioni.

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Nell’articolo si citava testualmente il suo post e si spiegava appunto che ha legittimamente dato voce alla testimonianza di un suo conoscente a Gaza sotto i bombardamenti. Era ben distinto da quello della consigliera De Majo. Nessuna volontà, ci mancherebbe, di sminuire la sua attività di volontaria per i diritti umani. Le reazioni della comunità ebraica, che lamenta si dia voce solo ad una parte, non sono attribuibili al giornalista. (f.g. )