26 Gennaio 2024

Il Viminale fa slittare le manifestazioni pro Gaza previste nel Giorno della memoria

Fonte:

Corriere della Sera

Autore:

Rinaldo Frignani

Giorno della Memoria «Rinviare i cortei pro Gaza»

La linea del Viminale: rischi per l’ordine pubblico. Pronto il divieto per le manifestazioni di domani

ROMA I colloqui sono andati avanti fino a tarda sera. Potrebbero anche riprendere oggi. Anche se ormai il tempo stringe. E le Questure sono pronte a emettere prescrizioni per vietare manifestazioni pro Palestina per domani, in occasione del Giorno della Memoria. La tensione è alta. E aumenterà ancora se i movimenti vicini agli studenti palestinesi in Italia scenderanno comunque in piazza, come annunciato da giorni, dopo aver paragonato l’Olocausto a quanto sta accadendo a Gaza. Proprio per questo motivo ieri il capo della polizia Vittorio Pisani con una circolare del Dipartimento di pubblica sicurezza ha invitato i questori «a valutare, con riguardo alle iniziative organizzate a sostegno della causa palestinese, l’adozione di prescrizioni di tempo che ne prevedano il rinvio alla giornata successiva o ad altra data, così garantendo la libertà di manifestazione che, nel caso di specie, va contemperata con il valore attribuito al “Giorno della Memoria”». II rischio, secondo Pisani, è che le iniziative pro Palestina «se svolte in concomitanza con la predetta ricorrenza, potrebbero assumere connotazioni lesive, sotto l’aspetto formale, organizzativo e contenutistico, del valore nazionale che la Repubblica Italiana ha attribuito allo spirito commemorativo in favore delle vittime delle leggi razziali, nonché di condanna alla persecuzione del popolo ebraico», nonché «determinare, anche in relazione all’attuale contesto conflittuale internazionale, il sorgere di tensioni con il rischio di effetti negativi sulla tenuta dell’ordine pubblico e sociale». Le Digos, come quelle di Milano e Roma — dove sono in programma i cortei principali dei giovani palestinesi, di collettivi studenteschi e centri sociali (5 mila persone annunciate nel primo, un migliaio nel secondo) — sono pronte a notificare le prescrizioni in caso di rifiuto da parte degli organizzatori a spostare la data delle loro iniziative. Misure che tuttavia potrebbero non bastare per impedire lo svolgimento dei cortei. Ecco perché i questori, secondo il Dipartimento di Ps, dovranno predisporre «idonee misure di prevenzione e sicurezza (…) prevedendo l’attuazione di dispositivi di ordine pubblico adeguati a fronteggiare eventuali azioni promosse in violazione dei provvedimenti adottati nonché il potenziamento delle misure di vigilanza». Inoltre «una mirata attività informativa dovrà essere indirizzata per cogliere eventuali segnali di contestazioni o di possibili turbative, per consentire la tempestiva adozione di idonee misure di prevenzione e contrasto», con gli operatori che dovranno garantire anche «appropriate misure di autotutela a salvaguardia della propria e dell’altrui incolumità». Così come i soldati impegnati nelle vigilanze agli obiettivi sensibili. Intanto però prosegue la mobilitazione studentesca. Ieri due universitarie di Roma Tre dell’Osa, l’Opposizione studentesca alternativa, presenti all’evento organizzato per il Giorno della Memoria, hanno chiesto perché «il corteo del 27 gennaio dovrebbe essere un problema? Quanto sta avvenendo a Gaza non è quanto avvenuto nel ghetto di Varsavia? Non possiamo fare a meno di chiedere per quale motivo non possiamo anche prendere le parti dei palestinesi che stanno vivendo un genocidio». E a Milano il segretario cittadino di Rifondazione comunista Matteo Prencipe ha definito «inaccettabile la richiesta della Comunità ebraica di vietare il corteo pro Palestina».