28 Gennaio 2014

Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, nel suo intervento al Quirinale per la Giornata della Memoria, condanna antisemitismo e negazionismo

Fonte:

Corriere della Sera

Autore:

Mariolina Iossa

Il Quirinale: antisemitismo miserabile A Roma fermati due provocatori

Giallo su una testa di porchetta trovata in ascensore a Firenze

ROMA — Non si poteva che cominciare da lì, da quei pacchi con le teste di maiale fatti arrivare alla Comunità ebraica di Roma a pochi giorni dalla Giornata della memoria E da lì è partito il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, nel suo intervento al Quirinale per le celebrazioni che ricordano l’Olocausto: atti ignobili, di più, «miserabili provocazioni — dice il capo dello Stato — contro tutti noi. Insulti assimilabili solo alla stessa ripugnante materia usata in quei pacchi». Gli autori, continua il presidente, «non hanno nulla a che vedere con la Roma e i romani che per sentimento umano e civile, sono fraternamente accanto agli uomini e donne di origine e religione ebraica» e che «spero possano essere rapidamente individuati». L’ipotesi di reato, su cui sta indagando la Procura di Roma, è istigazione all’odio razziale, e intanto due uomini di 33 e 47 anni sono stati fermati nella notte di domenica dopo aver scritto sui muri di piazzale Clodio slogan antisemiti. Uno dei due fermati appartiene al movimento di estrema destra Militia, l’altro era stato indagato nell’inchiesta sul sito nazista Stormfront. Prima dell’odio, e della giusta e pronta reazione dello Stato «sul piano giudiziario e della tutela dell’ordine pubblico» — sottolinea Napolitano nel Giorno della Memoria — c’è quello che può fare la società civile e la scuola con «le armi della cultura e dell’istruzione», per mantenere alta da vigilanza contro ogni insorgenza di antisemitismo, comunque camuffato». Il presidente ricorda il disegno di legge di cui si sta discutendo che istituisce il reato di «negazionismo»; non entra nel merito «per rispetto delle prerogative del Parlamento. Ma in generale — continua — ho altamente apprezzato quel che ha scritto qualche mese fa il presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane Renzo Gattegna», e cioè che da Memoria si tutela al meglio, ma soprattutto si difende, privilegiando la cultura». Non solo contro «ogni forma di antisemitismo» ma anche contro quelli che lo stesso Gattegna aveva individuato come gli «innocenti e indifesi di sempre, gli ebrei, i rom, i sinti, i disabili, i malati di mente, gli omosessuali». Napolitano ha aggiunto: «Gli stranieri». Se l’aspetta l’approvazione della legge sul reato di negazionismo il presidente della comunità ebraica di Roma, Riccardo Pacifici, che dice di «non provare rabbia» per i pacchi con le teste di maiale, «di non provare alcun sentimento», ma di essere certo che chi ha recapitato le teste di maiale e chi ha scritto slogan antisemiti sui muri della capitale sarà perseguito. «Siamo sereni perché quei signori pensano di isolarci e invece la gente si indigna, si è indignato anche il presidente della Repubblica». La terribile ferita dell’Olocausto appartiene al Novecento ma «il dovere della memoria non si conclude col Novecento — ha detto il presidente del Consiglio Enrico Letta —. Oggi tocca alla mia generazione, nata dopo la seconda guerra mondiale, fare tesoro delle testimonianze dei sopravvissuti, difendere la verità storica e soprattutto educare i giovani a non rimanere indifferenti». E’ «con questo spirito — ha continuato Letta — che la presidenza del Consiglio ha promosso il programma 2014 per le celebrazioni in ricordo della Shoah». Ed è in questo solco, che guarda ai giovani per mantenere vivo il ricordo di quell’orrore, che si inseriscono le iniziative del ministero dell’Istruzione per la scuola, aggiunge Maria Chiara Carrozza, che ha sottolineato l’impegno della scuola italiana «una delle poche in Europa a inserire il percorso della memoria nei programmi. Non si può perdere — continua il ministro — la memoria diretta e la testimonianza, e lo studio della storia, la ricostruzione, la comprensione devono trovare lo spazio per interpretare il passato e permetterci di costruire un futuro migliore». «Isolare le teste vuote che negano lo sterminio», ha chiesto anche il sindaco di Roma, Ignazio Marino, «teste che negano o banalizzano la storia, insultano e offendono non solo la comunità ebraica, ma la nostra capitale e l’Italia». Dai muri di Roma ieri pomeriggio sono state cancellate tutte le scritte antisemite. E in tutte le città italiane s’è celebrato quel 27 gennaio di quasi settant’anni fa, quando i russi liberarono Auschwitz. L’Italia reagisce alle offese con la Memoria, e si spera presto anche con le indagini. Ieri a Scandicci (Firenze), è stata trovata una testa di porchetta nell’ascensore di un appartamento di proprietà di un ebreo, che tuttavia non ci abita. Goliardata? Sembra una presa in giro dell’offesa, e quindi una grave forma di insulto su cui la polizia ora indaga