30 Marzo 2024

Il ministero dell’Università e della Ricerca scientifica critica la decisione della Scuola Normale di boicottare il bando scientifico con Israele

Fonte:

Corriere della Sera edizione di Firenze

Autore:

Giulio Gori

«Sbagliato lo stop al bando con Israele» Il ministero contro la Scuola Normale

La nota da Roma, l’attacco di Italia viva: «Posizione incredibile». Gli studenti e la Sinistra in difesa

La Scuola Normale Superiore di Pisa chiede al ministero degli Esteri di rivalutare l’accordo con Israele previsto nel «Bando scientifico 2024», che prevede una cooperazione industriale, scientifica e tecnologica tra i due Paesi. La mozione viene approvata a maggioranza dal Senato accademico, su richiesta degli studenti. Ed è subito bufera politica. La Normale, nel documento, spiega «di essere chiamata, insieme a tutta la comunità scientifica internazionale, non solo ad attestare concretamente la propria solidarietà, ma anche a riflettere criticamente ad ampio raggio sulle ramificazioni del proprio lavoro». La Scuola, spiega, si impegna «a esercitare la massima cautela e diligenza nel valutare accordi istituzionali e proposte di collaborazione scientifica che possano attenere allo sviluppo di tecnologie utilizzabili per scopi militari e alla messa in atto di forme di oppressione, discriminazione o aggressione a danno della popolazione civile, come avviene in questo momento nella striscia di Gaza». La mozione va poi al cuore della questione mediorientale: «Si rinnova con forza, anche alla luce della risoluzione Onu del 25 marzo la richiesta di rilascio degli ostaggi e di un immediato cessate il fuoco nella striscia di Gaza al fine di scongiurare l’ulteriore aggravarsi di una situazione umanitaria ormai disperata, che si configura ogni giorno di più come un’inaccettabile forma di punizione collettiva della popolazione palestinese». Lo stop al bando con Israele è sbagliato e «le Università non possono schierarsi o entrare in guerra», è il commento affidato alle agenzie da fonti del ministero dell’Università e della Ricerca scientifica, ricordando recenti parole della ministra Anna Maria Bernini, che aveva giudicato negativamente una posizione simile presa dall’Università di Torino. Bernini aveva ritenuto ogni forma di esclusione o boicottaggio «estranea alla tradizione e alla cultura dei nostri Atenei». Italia viva si schiera contro la Normale, per bocca del suo capogruppo alla Camera, Davide Faraone: «Incredibile che anche un’università antica e blasonata come la Normale di Pisa si unisca allo stop dei rapporti con Israele. Non è con posizioni oltranziste che si favorisce la pace a Gaza. Le università dovrebbero incentivare le relazioni culturali e di ricerca, non prestarsi a operazioni di cattiva propaganda. Grave che alcuni atenei contribuiscano ad una lettura distorta in cui Israele è sempre il cattivo e magari Hamas quasi un dettaglio insignificante». Gli studenti difendono il documento: «Al netto dei termini utilizzati la mozione del Senato accademico ci soddisfa pienamente dal punto di vista politico perché accoglie la nostra tesi e invita con chiarezza ad attuare la nostra Costituzione che ripudia la guerra», dice Claudio Tongiorgi, del collettivo della Scuola, che fa notare che il bando in discussione «è già stato rimosso anche dal sito della Normale». E aggiunge: «Con questa pronuncia del Senato, la Normale si impegna a evitare ogni forma di collaborazione con la filiera bellica e la produzione, considerata la gravità della situazione, di tecnologie a scopi militari o di oppressione della popolazione civile, con particolare riferì- che possano mento alla situazione a Gaza». A schierarsi con la Normale è anche il leader di Alleanza Verdi Sinistra, il pisano accademico utilizzabili per Nicola Fratoianni: «Gli atenei della Normale scopi militari fanno della cultura della pace la base fondamentale della propria missione culturale. E questo devono continuare a fare».