10 Luglio 2018

Il Consiglio comunale di Torino approva una mozione anti Israele

Fonte:

La Stampa edizione di Torino

La Sala Rossa ora è contro Israele e le sue “politiche di occupazione”

La sindaca non vota, solo la lega dice no

Un impegno a promuovere la «sospensione delle forniture di armi e attrezzature militari» e a impegnare governi ed Europa affinché «promuovano un canale umanitario» per supportare gli ospedali e la popolazione della striscia di Gaza. Il Consiglio comunale di Torino prende posizione a favore della popolazione palestinese e contro la politica, definita «di repressione», di Israele. Lo fa con una mozione presentata dalla capogruppo di Torino in Comune Eleonora Artesio e della consigliera Cinquestelle Daniela Albano, votata compattamente da tutto il Movimento 5 Stelle, da Artesio e anche dal capogruppo della Lista Civica Francesco Tresso. Nella votazione finale spuntano anche i sì di Monica Canalis ed Elide Tisi, consigliere del Pd. Un errore, chiariscono poco dopo le due, stoppando sul nascere quello che in breve sarebbe diventato un caso. Alla fine 27 voti a favore (comprese le due sviste) e un contrario (Fabrizio Ricca, capogruppo della Lega). Tutti gli altri – minoranze e sindaca – non hanno partecipato al voto. Resta il documento che – seppur privo di alcuna valenza pratica – ha una forte connotazione politica. E che fa assumere al Consiglio comunale di Torino, espressione della Città, una posizione durissima nei confronti di Israele, definito «paese occupante» dei territorio palestinesi. Dal 30 marzo scorso, ricorda la mozione, sono già oltre cento i civili palestinesi uccisi (e oltre 10 mila i feriti) dalle forze armate israeliane durante le manifestazioni provocate dall’apertura della nuova ambasciata statunitense a Gerusalemme. Nel testo si parla di «durissima repressione delle forze armate israeliane delle proteste pacifiche della popolazione palestinese», di «politiche di occupazione israeliana», di «blocco illegale israeliano della striscia di Gaza». Si stigmatizza anche la decisione degli organizzatori dell’ultimo giro d’Italia di far partire la corsa ciclistica da Israele, scelta che «ha di fatto contribuito a sostenere la posizione di quel paese avallata dagli Stati Uniti, che rivendica Gerusalemme unificata come propria capitale in contrasto con il diritto internazionale». Si citano poi le risoluzioni Onu che condannano l’uso della forza e chiedono una commissione di verifica indipendente su quanto si sta verificando nella Striscia di Gaza Il documento chiede, infine, ai governi europei ed alle Ong di promuovere la realizzazione di un canale umanitario con lo scopo di fornire farmaci e materiale medico agli ospedali locali per supportarli nella cura degli abitanti della Striscia di Gaza.