17 Novembre 2021

Gran Bretagna: notevole aumento degli atti di antisemitismo nei campus universitari

Antisemitismo a livelli record nei campus universitari del Regno Unito

Gli episodi di antisemitismo segnalati nei campus universitari del Regno Unito sono tristemente aumentati nel corso di quest’anno accademico 2020/2021, registrando un incremento del 59% rispetto ai dati dell’anno precedente. Lo riferisce l’organizzazione britannica Community Security Trust, che monitora e lavora per combattere l’antisemitismo nel Regno Unito. Contando 111 episodi antisemiti avvenuti in ambito universitario, ha evidenziato il forte aumento rispetto ai 70 dell’anno accademico 2019-2020. Una cifra record da quando l’organizzazione ha iniziato a monitorare l’antisemitismo nelle università nel 2002. Il Community Security Trust spiega che questo incremento fa parte della massiccia ondata di eventi antisemiti verificatisi durante e dopo l’operazione militare di Israele contro Hamas dello scorso mese di maggio. Si è infatti osservato che ben 64 dei 111 episodi registrati nel 2020-2021 si sono verificati proprio durante quel mese.

I dati sono stati riportati questa settimana dal Jerusalem Post e dal quotidiano britannico The Times, che scrive: “Gli abusi antisemiti nei campus universitari hanno raggiunto livelli record, [e gli] studenti ebrei [sono] sempre più preoccupati per la loro sicurezza di fronte all’odio online dei compagni”. Fra questi, ci sono “uno studente di Glasgow a cui è stato detto di ‘andare al gas’ e un altro dell’University College di Londra, che ha ricevuto una minaccia di morte con una foto photoshoppata della sua testa sotto una ghigliottina”. La pubblicazione dei dati sull’aumento dell’antisemitismo nelle università, prosegue il giornale inglese, segue a ruota la manifestazione alla London School of Economics dello scorso 9 novembre, quando attivisti propalestinesi hanno minacciato di violenza all’ambasciatrice israeliana Tzipi Hotovely. In seguito all’episodio, il ministro degli interni britannico Priti Patel aveva espresso la sua vicinanza all’ambasciatore israeliano dichiarando di essere “disgustata e che l’antisemitismo non sarebbe entrato nelle università”.

Secondo il report del Community Security Trust, i campus universitari dove si è contato il maggior numero di avvenimenti antisemiti sono l’Università di Bristol e l’Università di Warwick, entrambe con 11 casi documentati, seguite dall’University College di Londra con 10, dall’Università di Oxford con 9 e dall’Università di Birmingham con 8. Gli eventi registrati nell’anno accademico 2020-2021 costituiscono abusi verbali, scritti oppure online, e un episodio di aggressione. Degli incidenti all’Università di Bristol, 10 su 11 sono in particolare avvenuti lo scorso febbraio, quando il docente David Miller aveva rilasciato una serie di commenti molto controversi che hanno portato al suo licenziamento. Un esempio: in una conferenza ha detto che gli studenti ebrei sono pedine di Israele. Tutti e nove gli avvenimenti antisemiti all’Università di Oxford si sono invece verificati a maggio, durante il conflitto contro Hamas.

“Questo record di incidenti antisemiti legati all’università, e il fatto che siano aumentati per il quarto anno consecutivo, dovrebbe far suonare un campanello d’allarme per tutti nel settore dell’istruzione superiore – ha scritto il Community Security Trust in una nota – Le università devono fare molto di più per garantire che le procedure di denuncia siano adeguate allo scopo e che gli studenti ebrei ottengano il supporto necessario quando soffrono di antisemitismo – prosegue l’organizzazione -. Il fatto che questo record abbia coinciso con il recente conflitto in Israele e Gaza mostra ancora una volta che ovunque si trovi un odio anti-israeliano estremo, l’odio anti-ebraico sicuramente lo segue”.

L’antisemitismo nei campus universitari, manifestandosi sia con abusi e attacchi contro gli studenti ebrei che nella contestazione e in tentativi di boicottaggio di eventi culturali e accademici, è un fenomeno in preoccupante crescita anche oltreoceano. A denunciarlo sono state in primis alcune organizzazioni ebraiche, come il World Jewish Congress o AMCHA Initiative.