14 Giugno 2018

Gioco da tavola su Israele

Fonte:

La Repubblica edizione di Torino

Autore:

Jacopo Ricca

All’università il gioco da tavolo sulla nascita di Israele

Inventato dai docenti Alonge e Fassone, potrebbe essere messo in vendita Studenti polemici: “Non ci si trastulla con i drammi”

Qualcuno si stupisce che all’Università di Torino si trovi il tempo per progettare giochi di ruolo. Qualcun altro che il progetto riguardi la nascita dello Stato di Israele: «Vi sembra opportuno dare una dimensione ludica a un conflitto ancora in corso e dalle conseguenze tragiche con centinaia di morti tra i palestinesi in queste settimane?» domanda una studentessa che, nell’atrio di Palazzo Nuovo, si è imbattuta nella presentazione di Eretz Israele, il gioco da tavolo che ricostruisce la nascita dello Stato di Israele fino alla prima guerra arabo-israeliana che si consumò tra il 1948 e il 1949. Un’invenzione che piace anche in Usa e che presto potrebbe essere commercializzato proprio dall’americana Gmt. Gli inventori, il ricercatore Riccardo Fassone e il professore ordinario, Giaime Monge, entrambi del Dams, dicono: «È lo sviluppo di un progetto di ricerca sulla rappresentazione della storia contemporanea attraverso il gioco – spiega Fassone – Non vogliamo banalizzare la storia ma raccontarla in forma diversa». Nel gioco si può essere arabi o israeliani, e se per i secondi il “compito” è far andare la storia come è effettivamente andata, per i primi la sfida è limitare gli insediamenti ebraici in Palestina durante i 30 anni presi in esame ed evitare che l’Onu riconosca il nuovo Stato: «Nel nostro gioco esiste la possibilità che Israele non venga fondato». II docente di Semiotica Ugo Volli, da sempre sostenitore dello Stato di Israele, non boccia il gioco: «Gli eventi di cui si parla sono dolorosi, ma questo vale per tanti momenti storici. Metterli in forma di gioco può servire a raccontare i fatti – ragiona – Non credo ci siano zone della vita che debbano essere sottratte a questo tipo di elaborazione». I ragazzi di Progetto Palestina, che da anni difendono le ragioni del popolo palestinese, sono più scettici: «La preoccupazione è che questo gioco sia usato per coprire i crimini di cui oggi si macchia Israele».

Photo Credits: La Repubblica Torino