26 Novembre 2021

Germania, gli impegni del nuovo governo tedesco: promozione della vita ebraica nel paese, lotta all’antisemitismo e tutela della sicurezza d’Israele

Vita ebraica, Israele, antisemitismo

L’impegno del nuovo governo tedesco

Promozione della vita ebraica nel paese, lotta all’antisemitismo e tutela della sicurezza d’Israele. Sono gli impegni messi nero su bianco dalla nuova coalizione di governo – Socialdemocratici, Liberali e Verdi – che si appresta a guidare la Germania. Mondo ebraico e Israele trovano infatti un proprio esplicito collocamento nelle 177 pagine dell’accordo siglato dai tre partiti della coalizione semaforo (in riferimento ai colori che li caratterizzano). Un accordo che tocca moltissimi punti di carattere economico, sociale, educativo, con una particolare attenzione alla lotta alla povertà, al cambiamento climatico e agli investimenti sulla digitalizzazione. Un’intesa che per il Consiglio centrale degli ebrei in Germania “esprime la volontà di fermare l’ulteriore deriva della società e di rafforzare la fiducia nella democrazia” e in cui si parla della necessità di “promuovere una cultura del rispetto”. E per questo, dichiara l’organo che rappresenta l’ebraismo tedesco, costituisce un passo importante, “soprattutto per le minoranze sociali del nostro paese”.

Commenti dunque positivi, in particolare in riferimento all’esplicito inserimento del tema della promozione della vita ebraica. “È la prima volta che questo argomento ottiene un proprio paragrafo in un accordo di coalizione”, sottolinea l’autorevole Jüdische Allgemeine. Un passaggio in cui si ricorda la secolare storia dell’ebraismo tedesco e in cui si promette il rafforzamento “delle iniziative che promuovono la vita ebraica nella sua diversità”. Per quanto riguarda l’antisemitismo, si parla di lotta a tutte le sue forme, prendendo come riferimento la definizione dell’International Holocaust Remembrance Alliance (IHRA). “Garantiremo la protezione degli ebrei e delle loro istituzioni insieme ai Länder”, dichiarano i tre partiti della coalizione che sarà guidata dal cancelliere Olaf Scholz, leader della Spd. Sulle sue spalle l’eredità pesante dell’era Merkel, rimasta alla guida della Germania per 15 anni e fortemente legata al mondo ebraico e a Israele. Saranno ora Scholz e il suo governo a dover “combattere con successo l’estremismo di destra e l’antisemitismo”, evidenzia il presidente del Consiglio centrale degli ebrei tedeschi Josef Schuster. Sfide fondamentali, spiega, “per il futuro della Germania”.

Nell’accordo si parla poi della necessità di rafforzare l’ufficio del commissario per la lotta antisemitismo del governo federale, guidato attualmente da Felix Klein. A riguardo, il Consiglio Centrale ha rinnovato la sua richiesta che il posto di Klein sia in futuro situato nell’ufficio del Cancelliere, spostandolo dall’attuale collocazione nel ministero federale dell’Interno. Un riposizionamento che ne rimarcherebbe la centralità.

Nel paragrafo dedicato al mondo ebraico si parla inoltre di impegno per la formazione alla Memoria, per l’assistenza ai sopravvissuti alla Shoah, per una “documentazione più risoluta degli incidenti antisemiti”.

Specifico spazio viene dato al tema Israele. La sua sicurezza, ribadiscono i tre partiti, “è una ragione di stato per noi. Continueremo a lavorare per una soluzione negoziale dei due stati basata sui confini del 1967. Condanniamo la continua minaccia allo Stato d’Israele e il terrore contro il suo popolo. Accogliamo con favore la normalizzazione delle relazioni che è iniziata tra altri stati arabi e Israele. Ci opponiamo fermamente ai tentativi di condanna antisemita di Israele, anche all’ONU”. Un linea dunque che sembra seguire quanto già costruito in questi anni dalla cancelliera Merkel, definita dal Primo ministro israeliano “un faro per l’Europa”.

Rispetto al tema dei negoziati tra israeliani e palestinesi, la nuova coalizione chiarisce che ogni passo unilaterale deve essere evitato. “Ci aspettiamo che i palestinesi facciano progressi in materia di democrazia, stato di diritto e diritti umani. Questo vale anche per la rinuncia a qualsiasi forma di violenza contro Israele”. Dall’altra parte c’è anche la richiesta “di fermare la costruzione di insediamenti, che è contraria al diritto internazionale”. Una posizione che anche il precedente governo Merkel aveva espresso e che non appare preoccupare gli uffici della politica estera israeliana. Il passaggio sull’Unrwa invece potrebbe sollevare più di un sopracciglio, con l’esplicita decisione di continuare a finanziare l’organizzazione Onu per i rifugiati palestinesi, fortemente criticata da Gerusalemme per ripetuti comportamenti scorretti nei confronti di Israele. A riguardo, il messaggio di Berlino vuole essere rassicurante. “Appoggeremo – si legge nell’intesa – un processo di monitoraggio indipendente per contrastare sviluppi indesiderati” in riferimento all’Unrwa.

C’è poi nell’accordo un paragrafo dedicato all’Iran. Molto attuale considerando che la Germania sarà, il prossimo 29 novembre, tra i paesi a sedersi a Vienna al tavolo dei negoziati con Teheran legati all’intesa sul nucleare. “Ci aspettiamo che tutti gli stati firmatari attuino l’accordo. – scrivono Spd, Liberali e Verdi – L’Iran deve tornare al pieno e duraturo rispetto dei suoi obblighi nei confronti dell’Agenzia Internazionale dell’Energia Atomica (AIEA). Ci aspettiamo che il governo iraniano migliori significativamente la precaria situazione dei diritti umani e che rilasci tutti i prigionieri politici. La minaccia allo stato d’Israele, il programma missilistico, l’aggressiva politica regionale e l’armamento, così come il sostegno alle attività terroristiche, mettono in serio pericolo la pace e la sicurezza”. Molte richieste che con ogni probabilità rimarranno inascoltate. Rimane però per iscritto il riconoscimento da parte tedesca di quanto l’Iran sia un pericolo per il Medio Oriente.