23 Gennaio 2021

Genova, indagine su estremisti neonazisti

Fonte:

Corriere della Sera

Autore:

Riccardo Bruno

Il suprematista che progettava una strage

Savona, 22enne inneggiava a Traini e allo sterminio di Utoya

Indagato anche un minore, su Telegram simboli nazi e antisemitismo

II gesto eclatante non era stato ancora organizzato. I propositi sembrano tuttavia chiari: «Io una strage la faccio davvero… l’unica cosa da fare è morire combattendo». Lo scrive in un messaggio Andrea Cavalleri, savonese, 22 anni, arrestato ieri, fanatico della destra radicale. Insieme con un minorenne indagato a Torino, avevano messo su un’organizzazione chiamata «Nuovo Ordine Sociale» e poi ribattezzata «Gruppo Fascistone» (a scanso di equivoci) che aveva come scopo, come scrive il Gip di Genova, «l’incitamento alla discriminazione e alla violenza per motivi razziali e religio si, nonché il compimento di atti di violenza con finalità di terrorismo o di eversione dell’ordine democratico, alla quale partecipavano almeno altre tre persone, in corso di identificazione». Una cellula che stava cercando di allargarsi anche attraverso colloqui e un questionario con 3o domande — piuttosto elementari: «Cosa pensi di Hitler o Mussolini?»; oppure: «Sei negazionista delle varie bugie sioniste?» —e alla ricerca di alleanze anche all’estero (come i suprematisti americani della Atomwaffen Division e persino il Ku Klux Klan). Una rete che poteva passare all’azione, stando alle risultanze dell’inchiesta coordinata dalla Procura di Genova e condotta dalla Digos di Genova e Savona e dal Servizio per il contrasto dell’estremismo e del terrorismo interno della Polizia. Oltre all’arresto di Cavalieri, anche una dozzina di perquisizioni in diverse città italiane. La rete comunicava soprattutto attraverso i social. 11 promotore sembra proprio il minorenne che diffonde sul canale Telegram «Sole nero» il suo «manifesto» filo-nazista, visto e scaricato da oltre 1.800 utenti. Nel quale incita alla «dissoluzione del giudeo», alla creazione di «milizie paramilitari», e invita a «imbracciare le armi». Cavalieri fornisce un apporto decisivo: «Ha contribuito ad alimentare il contenuto specie con riferimento al revisionismo storico antisemita nonché a consigliarmi su azioni verso soggetti ebraici», risponde il minorenne al pm lo scorso giugno. E ammette: lo scopo era trovare persone «disposte a commettere atti di violenza». Soggetti determinati e possibilmente non fidanzati (i legami potevano distrarre in un gruppo che si riconosceva anche nella sigla «Incel», ovvero celibi involontari «per colpa delle donne»). Le farneticazioni di Cavalleri, così come ricostruite attraverso messaggi e intercettazioni, sono la summa di tutte le aberrazioni dell’estremismo di destra. I nemici sono gli ebrei, ma anche «i negri e i degenerati», gli «omosessuali bianchi», e le donne («Voglio fare la strage a una manifestazione femminista»). E ancora, foto video e inneggiamenti a Hitler e a stragisti come Brenton Tarrant (che uccise 50 musulmani in diretta Facebook) o Anders Breivik dell’eccidio di Utoya, oppure il desiderio di diventare «il Traini 2.0». Non manca neppure l’elogio dei massacri nelle scuole: «E meglio morire con onore in uno school shooting o qualunque cosa sia, piuttosto che vivere con una vita di merda soli». Cavalieri e gli altri (si indica pure «un ragazzo … che aveva progettato un attacco alla Sinagoga di Roma») erano davvero pronti a passare all’azione, ad atti dove «purtroppo si spargerà molto sangue»? Gli inquirenti ne sono convinti, e citano i riferimenti che gli indagati fanno alla disponibilità di armi, come «granate e droni». Al 22enne arrestato sono stati sequestrati un coltello «a farfalla», due machete e una pistola scacciacani con sopra un’aquila nazista. Nelle carte spunta anche un possibile bunker a Genova e la fornitura di equipaggiamento militare. D’altra parte Cavalieri viveva in un contesto in cui le armi non mancavano, se è vero che lo scorso luglio al padre sono state «ritirate cautelativamente» pistole, doppiette, carabine e fucili. Per il Gip siamo di fronte a «gravi indizi di colpevolezza», che hanno spinto a intervenire prima che fosse troppo tardi.

Photo Credits: Corriere della Sera