26 Ottobre 2021

Francesca Trivellato, Ebrei e capitalismo. Storia di una leggenda dimenticata, Laterza, Roma-Bari, 2021

Fonte:

Il Fatto Quotidiano

Autore:

Gad Lerner

No vax sugli ebrei ecco le solite (antiche) bugie

La pandemia e la vaccinazione di massa in corso stanno rinfocolando fantasie sinistre circa l’esistenza di un piano di dominazione mondiale ordito dai ricchi ai danni dei poveri. Niente di nuovo sotto il sole. È almeno dall’inizio dell’Età Moderna, cioè da quando si è sviluppata la pratica del commercio a lunga distanza garantito da documenti cartacei anziché da metalli preziosi, che si aggira fra noi il fantasma della “repubblica, internazionale del denaro”. Lo strapotere acquisito dal capitalismo finanziario apolide, la sua vocazione a distaccarsi dalla produzione delle merci e dai vincoli statali, insieme alle ingiustizie sociali che ne derivano, da sempre incoraggiano teologi, intellettuali e politici alla ricercali un colpevole da offrire in pasto al malcontento popolare. E siccome il problema è reale ma i “colpevoli” sono troppo potenti (o troppo vicini) viene comodo personificare la tendenza all’astrazione della ricchezza in un suo qualche perfido artefice. Laterza ha appena tradotto un libro importante, formidabile nel disvelare il meccanismo originario di tali “verità” artefatte. L’aveva già fatto da par suo, ma in forma letteraria, Umberto Eco ne II pendolo di Foucault e ne Il cimitero di Praga. Solo che qui non si tratta di opera di fantasia. L’autrice è Francesca Trivellato, docente di storia economica. all’università di Princeton (Usa). Si intitola Ebrei e capitalismo. Storia di una leggenda dimenticata. Non pretendo di suggerirlo ai neonazisti Do.Ra. di Varese che farneticano sul vaccino come “arma genetica” escogitata dalla finanza ebraica per imporre un “Nuovo Ordine Mondiale”. E neppure al brigatista Maurizio Ferrari che continua a credere nell’esistenza del Sim (“Stato Imperialista delle Multinazionali”). Ma forse Carlo Freccero e gli altri No Green Pass convinti di battersi contro un “Grande Reset” finalizzato alla sottomissione dei popoli, potrebbero trarre giovamento da questa lettura. Studiando la tenace credenza perdurata oltre tre secoli, dal Seicento fino alla metà del Novecento, secondo cui il primo capitalismo sarebbe stato una creatura dei mercanti e dei banchieri ebrei, Francesca Trivellato s’è imbattuta in un trattato di diritto marittimo pubblicato a Bordeaux nel 1647 la cui straordinaria fortuna è alla base di questa diceria trasformatasi in luogo comune acquisito. Fu per primo l’oscuro avvocato Etienne Cleirac a sostenere che si deve agli “abominevoli circoncisi banditi dalla Francia per i loro misfatti e crimini esecrabili” l’invenzione delle lettere di cambio e delle polizze assicurative; un sotterfugio degli ebrei per trafugare le loro ricchezze, sottraendole alla confisca. Insomma, le cambiali, strumento essenziale del commercio internazionale e antesignane della moderna finanza, sarebbero opera malefica degli ebrei; purtroppo imitati da speculatori cristiani, a loro volta colpevoli di comportarsi da ebrei. Si tratta di un falso bello e buono. È comprovato che le cambiali furono utilizzate dapprima nelle transazioni in partenza dalla Toscana, da Genova e dalla Lombardia per poi diffondersi, vista la loro praticità, in tutta Europa. Ma resta il fatto che dal 1647 chiunque volesse contrapporre la finanza “parassita” al “sano” commercio di merci, ha trovato comodo etichettarla come vizio ebraico. Per secoli ci hanno creduto quasi tutti, compresi Montesquieu e Cesare Beccaria che pure consideravano un merito, e non una colpa degli ebrei, l’aver separato il commercio dalla guerra, dando impulso al capitalismo moderno. Lo stesso Marx in gioventù, salvo poi correggersi, sostenne che `la cambiale è il Dio reale degli ebrei”. Per non parlare del sociologo antisemita Werner Sombart. Giù giù fino ai giorni nostri, quando viene ancora naturale alla Meloni definire Soros “usuraio” e al suo fido Michetti tirare in ballo la categoria dei banchieri ebrei. Perché stupirsi allora se l’origine ebraica di Albert Bourla, ceo di Pfizer, diviene oggetto di insinuazioni da parte dei No Vax più beceri? La leggenda che inchioda gli ebrei a un loro presunto satanico rapporto con il denaro attraversa i secoli, vivendo sempre nuove reincarnazioni dell’eterna accusa: ebrei = sanguisughe. L’immaterialità della finanza ne favorisce l’accostamento con l’invisibilità, o meglio l’indistinguibilità ebraica, additate come minaccia all’integrità dell’organismo sociale. Se trovo preziosa la ricostruzione storica di Francesca Trivellato, è perché ci mette in guardia dal ripetersi dei tranelli odiosi in cui rischia di incappare chiunque voglia opporsi alle storture del capitalismo finanziario. È sintomatico, a tal proposito, come la destra italiana sposi con naturalezza gli argomenti dei No Green Pass, ergendosi a baluardo contro le oligarchie e i “poteri forti”, mentre si guarda bene dal prendersela con le famiglie del capitalismo italiano che hanno occultato le loro ricchezze private all’estero.