6 Gennaio 2016

Episodio di discriminazione contro un Sovrintendente della Polizia di Bolzano

Luogo:

Bolzano

Fonte:

Corriere dell’Alto Adige

Autore:

Silvia Fabbi

Frasi antisemite nel fascicolo del poliziotto

Il sovrintendente trovò un foglio anonimo. Denuncia del sindacato «Adp». Indaga la Procura

Bolzano. Un foglio non protocollato né firmato con la scritta «ebreo» contenuto all’interno del fascicolo personale di un sovrintendente della polizia stradale — all’epoca in servizio fuori provincia e nel frattempo trasferito a Bolzano — sta sollevando un caso di portata nazionale sul tema della discriminazione per motivi religiosi. Sul foglio veniva infatti segnalata a chiare note non solo la religione ebraica del sovrintendente, ma si riportavano anche altre considerazioni offensive nei suoi confronti sempre legate al tema del suo credo religioso. A denunciare l’episodio è stata nei giorni scorsi la segreteria nazionale «Autonomi di polizia», che ha già interessato del caso il ministero dell’Interno. Il segretario Generale Ruggero Sarno ha chiesto al dipartimento della polizia stradale e al ministero dell’Interno lo svolgimento di un’ispezione ad hoc. In relazione a quanto accaduto, alla fine di novembre il sovrintendente destinatario della poco gradita segnalazione ha anche presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Bolzano. Gli inquirenti hanno aperto un fascicolo d’indagine al riguardo, con l’obiettivo di ricostruire con esattezza chi abbia inserito quel foglio — scritto a macchina senza alcuna ulteriore indicazione sulla provenienza — nel fascicolo personale del sovrintendente. Si tratta di un fascicolo che contiene tutti i dati relativi agli appartenenti alla polizia di Stato, che vengono conservati nella sede del compartimento dove è operativo l’esponente della forza dell’ordine in questione. Nel caso del sovrintendente in questione si trattava di Bolzano, sede compartimentale delle sezioni di polizia stradale di Belluno, Bolzano e Trento. Dal compartimento tengono a mantenere il massimo riserbo sulla vicenda. Attraverso colloqui intercorsi direttamente con il ministero di Roma la questione sarebbe stata però già affrontata e risolta. I fatti risalgono all’autunno del 2014, quando il sovrintendente di polizia stradale era in servizio a Belluno. L’uomo era già stato oggetto in passato di atti antisemiti quali la comparsa di alcune croci uncinate disegnate da ignoti sul suo armadietto quando si trovava ancora in servizio a Roma. All’epoca in cui effettuò questo accesso agli atti, il sovrintendente aveva presentato domanda per il proprio trasferimento a Bolzano, dove vive e lavora anche la moglie insieme alle tre figlie. Dopo aver effettuato l’accesso agli atti del proprio fascicolo e aver scoperto il foglio anonimo, il sovrintendente si era rivolto al dirigente del compartimento, che aveva anche avviato accertamenti interni per risalire all’identità dell’autore dello scritto e aveva anche fatto verificare se all’interno di altri fascicoli fossero presenti altre indicazioni di questo tenone. Se inizialmente la vittima non aveva ritenuto di denunciare penalmente la cosa per non sollevare inutili polveroni, il verificarsi successivamente di altri episodi discriminatori — in particolare il demansionamento suo e della moglie — lo hanno poi indotto a cambiare idea. Attualmente pende anche un procedimento per mobbing al Tar di Bolzano, che funge da tribunale del lavoro per i dipendenti della pubblica amministrazione. Una volta che verrà effettuata l’ispezione verrà informato anche il Garante della privacy, che dovrà poi stabilire che il documento non ha ragione di esistere e ne disporrà dunque la distruzione.

Il segretario Strano ha segnalato il caso all’Osservatorio

«Episodio gravissimo, i colpevoli vanno identificati»

«Siamo fiduciosi che gli accertamenti della magistratura consentano una rapida identificazione dei responsabili di questo gravissimo episodio» è la speranza del segretario generale degli Autonomi di Polizia Ruggero Strano, che ha denunciato nelle scorse settimane l’episodio di antisemitismo che ha interessato il collega in servizio a Bolzano. «Chi ha accesso a quei fascicoli è sicuramente rintracciabile, poiché si tratta di dirigenti di funzionari ben precisi all’interno della polizia. Si tratta di un fatto gravissimo, oltre che una violazione di legge, che siamo pronti a portare fino in fondo per sollevare una questione di pesante discriminazione nei confronti di un esponente delle forze dell’ordine. E tuttavia in Italia nessuno pare interessarsi di questo caso, come se desse fastidio parlarne» spiega Strano. «Lo stesso episodio sarebbe stato impensabile per una persona che professa la religione cattolica. Ciò rende il fatto ancora più grave. Siamo decisi a portare fino in fondo questa vicenda per ottenere chiarezza, e se necessario verremo anche a Bolzano e abbiamo anche intenzione di parlare del caso con il capo della comunità ebraica di Roma» prosegue Sarno. Una segnalazione è partita anche indirizzata all’Osservatorio sull’antisemitismo. «Intendiamo sollevare il caso poiché va ribadito con forza come ciascuno debba essere libero di professare la propria religione in ogni situazione e circostanza» conclude Strano.