1 Agosto 2017

Dopo l’ennesima esternazione filofascista, si dimette l’assessore ai servizi sociali di Corsico

Fonte:

Corriere della Sera edizione di Milano

Autore:

Olivia Manola

Auguri al duce

su Facebook

L’assessore si è dimesso

La nostalgia del Ventennio è costata cara a Pietro Di Mino, assessore ai servizi sociali del Comune di Corsico in quota Fratelli d’Italia. Ieri, dopo l’ennesima esternazione sui social dedicata al fascismo, ha rimesso le deleghe nelle mani del sindaco. A farlo capitolare, dopo quattro mesi e mezzo da assessore vissuti «pericolosamente», è stato il post: «Sono 1,34 candeline! Buon compleanno!» che ha pubblicato sul suo profilo Facebook il 29 luglio, giorno di nascita di Benito Mussolini. Insomma, un augurio al duce che ha subito fatto mobilitare le forze del centrosinistra non soltanto di Corsico ma di tutta l’area milanese, dall’Anpi al deputato Pd Emanuele Fiano. Ieri mattina i consiglieri d’opposizione di Corsico hanno scritto al prefetto per chiedere di destituire Di Mino «perché responsabile di reiterata apologia di fascismo e di comportamenti incompatibili con i valori della Costituzione della Repubblica e dello Statuto della nostra Comunità». Ma Di Mino, nel frattempo, si era già dimesso con una lettera inviata al sindaco Filippo Errante in cui ha definito la sua una decisione personale, «visti gli ultimi attacchi sui social alla mia famiglia», ma che ha anche «un significato politico». E ha attaccato l’opposizione: «Colpisce una persona con aspetti che degradano il fare politica, quella vera». In realtà, gli auguri al duce sono soltanto l’ultima uscita choc dell’ex assessore di centrodestra che il 2 giugno, in occasione della Festa della Repubblica, pubblicò sempre su Facebook la frase «L’unica Repubblica è quella Sociale» scritta con i caratteri che si usavano nel Ventennio. Già allora ne erano state chieste le dimissioni, non soltanto dall’opposizione. Il sindaco Errante, però, pur dissociandosi dal post, lasciò Di Mino al suo posto provocando non pochi malumori. Molte le gaffe e le provocazioni inanellate da Di Mino dal giorno della nomina, il 4 marzo, dopo l’azzeramento della prima Giunta Errante in seguito alle richieste della Commissione antimafia per il caso del Festival dello Stocco. Non solo i post sulla Rsi ma anche, ad esempio, il gesto clamoroso di abbandonare l’aula consiliare durante la commemorazione di Giancarlo Moscatelli, l’ultimo partigiano di Corsico, conosciuto con il nome di battaglia di partigiano Ricotti, simbolo della città.