8 Giugno 2022

Dichiarazioni antisioniste di un candidato sindaco

Insulti contro Israele. Il caso del consigliere comunale di Sesto San Giovanni

Israele? “Una montagna di merda”. A guidarlo? Un “governo criminale di un popolo altrettanto criminale”. Queste e altre dichiarazioni dello stesso tenore sarebbero state fatte anni fa da Michele Foggetta, il candidato sindaco del centrosinistra a Sesto San Giovanni per le amministrative del 12 giugno.

Come riporta Alberto Giannoni su Il Giornale Foggetta, segretario cittadino del partito Sinistra Italiana di cui è anche responsabile organizzazione per tutta la provincia milanese, nel luglio 2014 pubblicava, durante l’Operazione Margine Protettivo, vari post in cui definiva Israele “Montagna di merda”, come il giornalista Peppino Impastato definì la Mafia, o faceva riferimento ad una “studiata e compiuta apartheid nazista” di cui ai suoi occhi sarebbe colpevole “il governo criminale di un popolo altrettanto criminale”.

In passato aveva anche attaccato lo scrittore Roberto Saviano, che sul conflitto aveva un approccio diplomatico. “Il problema,” scriveva Foggetta, “è che Saviano elogia e difende un Paese incredibilmente irrispettoso dei diritti umani e attacca chi non è d’accordo con lui su questo, accusando di questo sempiterno antisemitismo che non può essere una scusa per giustificare il mare di merda che è Israele”.

Non sono mancate reazioni critiche nei suoi confronti: Roberto Jarach, presidente della Fondazione Memoriale della Shoah, ha dichiarato: “Non possiamo accettare che questa persona possa ambire a posizioni di prestigio vicino alla nostra città”. Secondo lui, è “Inaccettabile che sia candidata una persona che si esprime in tale modo, contro Israele”. Altrettanto indignato Roberto Di Stefano, sindaco di Sesto e candidato del centrodestra per un secondo mandato. “Chi vuole rappresentare le istituzioni non può avere idee così imbarazzanti”, ha affermato. Critiche sono arrivate anche da politici di livello nazionale, come Carlo Calenda.

Inizialmente Foggetta aveva accusato i suoi avversari politici di “setacciare facebook in cerca di vecchissimi post, frasi estrapolate e strumentalizzate”, in vista delle elezioni. Ma con l’aumentare delle polemiche, è intervenuto per scusarsi: “Nella vita si fanno degli errori e poi si cambia e si cresce. Il linguaggio e il merito che ho usato io nei confronti dello Stato di Israele anni fa in vecchie dichiarazioni non mi rappresentano più in alcun modo. Oggi sarei più attento e soprattutto più rispettoso nello scegliere le parole”.

Ha aggiunto: “Rimango critico verso molte politiche e azioni di governi di Israele, ma sono, come sempre ho detto, per una soluzione due popoli e due stati, che riconosca senza dubbio il diritto dello Stato di Israele ad esistere in pace e sicurezza e contemporaneamente il sacrosanto diritto del popolo palestinese ad avere un proprio Stato libero e democratico”.