12 Settembre 2014

Da gennaio a fine luglio, gli atti di antisemitismo recensiti in Francia sono praticamente raddoppiati

Fonte:

ANSA

Allarme degli ebrei di Francia, è boom di antisemitismo

Parigi – Sono cifre da brividi: in circa sei mesi, da gennaio a fine luglio, gli atti di antisemitismo recensiti in Francia sono praticamente raddoppiati, con un aumento del 91% rispetto al 2013. Secondo i dati della Spcj, il Servizio di protezione della comunità ebraica, gli atti e le minacce antisemite sono passati da 276 a 527 nei primi sette mesi del 2014. E forse non è un caso se quest’anno la Francia si attesta per la prima volta come primo Paese di emigrazione verso Israele. Interpellato da Le Monde – che oggi apre il giornale proprio con l’allarme degli ebrei di Francia – il ministro dell’Interno, Bernard Cazeneuve, ha confermato la tendenza: «Gli atti di antisemitismo segnano un significativo aumento da inizio anno. Lo abbiamo osservato con i rappresentanti della comunità ebraica, con cui siamo in contatto costante». La Spcj registra «due picchi importanti»: il primo, lo scorso gennaio, mentre in Francia imperversavano le polemiche legate a Dieudonné, il comico finito nella bufera per le sue battute di forte stampo antisemita, cui le autorità di Parigi hanno vietato alcuni spettacoli, scatenando la rivolta dei suoi fan. Il secondo ‘picco’ risale invece a luglio, in contemporanea con le manifestazioni anti-israeliane organizzate in Francia per protestare contro l’intervento militare israeliano a Gaza. «Sono gli eventi di Gaza a servire da pretesto», dichiara il presidente della Lega contro il razzismo e l’antisemitismo (Licra), Alain Jakubowicz, che parla di una «impennata eccezionale». Il «clima di insicurezza per la comunità ebraica si è fortemente radicato in seguito a numerose violenze antisemite rivolte contro individui, sinagoghe e scuole della comunità ebraica», deplora l’organismo. Nel solo mese di luglio, ci sono stati ventinove atti di vandalismo. In una nota, il Crif – il Consiglio rappresentativo degli ebrei di Francia – si dice «molto preoccupato» e sottolinea la comparsa di «nuove forme di violenza: attacchi in gruppi organizzati contro luoghi comunitari, aggressioni pianificate e mirate contro le sinagoghe, atti di vandalismo contro negozi ebraici e attentati terroristici». «Non è una gran sorpresa», sottolinea il presidente del Crif, Roger Cukierman, aggiungendo: «Sappiamo bene che stiamo assistendo a una deriva e che la Francia è malata di questa violenza. Il vivere insieme sta scomparendo e gli ebrei si sentono sentinella di tutto questo». Forte di seicentomila persone, quella francese è la terza comunità ebraica mondiale. Ma sono sempre più numerosi quelli che decidono di lasciare la République. Nei primi otto mesi del 2014, la Francia è in testa ai Paesi di emigrazione verso Israele, una prima assoluta, con quasi cinquemila persone che hanno scelto di partire per lo Stato ebraico. L’ ‘aliyah’, l’espressione con cui gli ebrei definiscono la partenza nella Terra promessa, potrebbe raggiungere la quota di circa «5.500 persone» a fine anno, riferisce il direttore dell’agenzia ebraica di Francia, Ariel Kandel, citando tra le cause il «clima di antisemitismo» e la «situazione economica». Il 18 settembre, il premier Manuel Valls si rivolgerà alla comunità ebraica in occasione delle festività per il nuovo anno. In molti si attendono un piano globale di lotta all’antisemitismo e un rafforzamento della sicurezza davanti alle scuole e ai luoghi di culto.