8 Aprile 2024

Cronaca dell’evento del 7 aprile alla sinagoga centrale di Milano

7 ottobre 2023 – 7 aprile 2024. Le forze politiche unite con Israele e contro il terrorismo

Molte sono le personalità istituzionali e politiche intervenute durante l’evento del 7 aprile alla sinagoga centrale di Milano. Tutte hanno espresso solidarietà alla comunità ebraica di Milano e a Israele per le difficoltà del momento.

L’assessore al Territorio e ai Sistemi Verdi della Regione Lombardia Gianluca Comazzi, portando i saluti del presidente Attilio Fontana, ha spiegato come il 7 ottobre “ha scosso profondamente la nostra coscienza, un giorno in cui il mondo intero ha assistito a qualcosa di difficile da descrivere a parole, per rappresentare la paura e quello che tanti hanno vissuto. Rendiamo omaggio alle vittime, ai loro famigliari e a tutti quelli che sono prigionieri di Hamas. Siamo qui uniti contro l’intolleranza, coesi nel costruire un futuro che possa dissipare le radici dell’odio.” Ha inoltre ricordato come “a novembre abbiamo illuminato ll Pirellone con due parole molto semplici CON ISRAELE”.

La presidente del consiglio Comunale Elena Buscemi  ha sottolineato l’importanza dell’unità contro l’antisemitismo e l’odio. “Oggi non c’è solo una parte ma ci sono i rappresentanti dell’amministrazione, della società e le autorità religiose unite in un unico messaggio di solidarietà. Credo che questa sia la forza su cui fare leva, dobbiamo unire le forze perché la comunità non si senta sola, perché non si confonda la solidarietà verso la comunità con l’attuale guerra. Quelli che governano il mondo devono provare a disinnescare l’odio, vigilare contro le parole malate. Essere con la comunità ebraica non significa essere contro qualcun altro”.

Fra gli esponenti politici del territorio, è intervenuto anche Marco Bestetti, consigliere della Regione Lombardia, che ha definito “ipocrita chi nel giorno della memoria si profonde in pianti di coccodrillo ma non spende una parola per schierarsi al fianco di Israele e con gli ebrei vivi”.

Intervenuto in collegamento Zoom, il console di Israele per la Toscana Marco Carrai ha ricordato come Hamas nei libri di testi inciti allo sterminio degli ebrei e all’eliminazione dello Stato di Israele. “Siamo in guerra contro il terrorismo e contro dei nemici che ricorrentemente hanno cercato di annientarci”, ha spiegato, menzionando le diverse attività di boicottaggio nei confronti di Israele, primo fra tutti quello accademico.  “È stato anche chiesto all’Ospedale Meyer di Firenze, di cui sono presidente, di licenziarmi perché sono console onorario di Israele”, ha spiegato.

L’europarlamentare Carlo Fidanza (Fratelli d’Italia) ha menzionato la ritrosia esistente oggi nell’affrontare la questione dei fondi dell’Onu all’agenzia UNRWA la cui collaborazione al 7 ottobre è emersa più volte. “non si può fare supporto al terrorismo sotto il cappello dell’Onu, ha dichiarato.

Molti anche gli esponenti dei vari schieramenti politici. L’europarlamentare Silvia Sardone (Lega) ha spiegato come “con un movimento terroristico islamista come Hamas non si possa fare la pace e costruire un dialogo”, mentre Maria Stella Gelmini (Azione) ha sottolineato come “per sentimento di verità non possiamo confondere Hamas per un esercito di resistenti, sono terroristi, e che esso costituisce non solo un problema per Israele, ma per il mondo intero. Dobbiamo ripristinare la verità”. Gelmini ha inoltre ricordato come, mentre nelle università viene chiesto il boicottaggio di Israele, “si continuano ad avere rapporti con paesi che non rispettano diritti civili, ma è importante difendere anche quegli accordi, per rispetto a chi in quei paesi è contrario alla repressione”.

“Chi ha il senso di umanità non può che essere qui oggi” ha esordito Ivan Scalfarotto (Italia Viva), che ha ribadito l’importanza di “proteggere la comunità ebraica milanese dall’antisemitismo, una bestia che fa finta di abbassare la testa, e ogni volta che trova un’occasione la rialza”.

Fiano: “per gli ebrei la memoria è una lezione, non dimenticheremo il 7 ottobre”

“Ricordare è essenziale nella tradizione ebraica. La parola ‘Zachor’ ricorda, ricorre molte volte nella Torà. E oggi siamo qui a ricordare quello che è successo il 7 ottobre. Ognuno fra gli ebrei ha opinioni diverse sulle guerre, sull’antisemitismo, sulla politica israeliana, ma il modo migliore e più profondo per celebrare idea insita nella storia dell’ebraismo è dare la lezione della memoria, distillarne una lezione, e non solo un ricordo”. Con queste parole l’ex parlamentare Emanuele Fiano ha iniziato un intervento molto profondo e intenso, in cui ha ragionato sulla natura terroristica e jihadista di Hamas, citando l’art 7 paragrafo 6 dello statuto di Hamas, che chiama allo sterminio degli ebrei e alla guerra santa contro gli infedeli.

“Esiste nella popolazione del mondo un odio verso gli ebrei inestinguibile, un fiume carsico. Ma noi non ci sottometteremo mai alla volontà di chi ci vuole cancellare – ha proseguito -. Noi ebrei siamo un esempio di chi è capace di mantenere la propria identità e integrarsi. Siamo italiani”.

Ha poi evidenziato quanto Israele sia una democrazia, in cui ogni settimana scendono in piazza centinaia di migliaia di persone: “facendo le debite proporzioni, è come se in Italia scendesse in strada 1 milione di persone”.

Infine, un appello. “C’è qualcosa che ci unisce quando si attacca il cuore del senso di umanità e fratellanza: questa battaglia deve unire tutti coloro che credono nei valori dell’umanità. Non dimenticheremo nulla, dei morti dei rapiti, nessun morto civile. Per noi la memoria è sempre una lezione, e anche questa del 7 ottobre durerà a lungo”.

Daniele Nahum: “Il 25 aprile tutte le forze politiche sotto la bandiera della Brigata ebraica”

Ha iniziato ricordando due episodi antisemiti avvenuti sabato 4 aprile a Milano Daniele Nahum, consigliere comunale a Palazzo Marino del gruppo Riformisti  ed ex membro del Pd da cui ha rassegnato poche settimane fa le dimissioni in polemica sull’uso del termine “genocidio” per descrivere la situazione della guerra a Gaza. “Questo clima si è creato per lo sdoganamento di termini che non accetto – ha spiegato -. Non c’è genocidio perché non c’è nessuna volontà di sterminare il popolo palestinese e utilizzando questa parola si vuole fare diventare le vittime di ieri i carnefici di oggi. Ma chi lo fa è antisemita, così come lo è chi equipara, il sionismo, dottrina risorgimentale di sinistra, al nazismo”.

Venendo al 25 aprile, ha dichiarato: “Milano è città medaglia d’oro per la Resistenza. Siamo tutti qui dentro per la pace ma io non posso accettare che l’Anpi milanese abbia dichiarato che lo slogan della manifestazione debba essere ‘cessare il fuoco ovunque’. Cosa vuol dire? Vuol dire che gli israeliani dovrebbero smetterla e gli ostaggi non dovrebbero tornare a casa e vuol dire anche che gli ucraini si dovrebbero arrendere ai russi senza avere, come dire, i territori che sono stati occupati illegalmente. La mia proposta a tutte le forze politiche è fare il 25 aprile sotto le bandiere dello spezzone della Brigata ebraica”.

Sulla questione del boicottaggio delle università, ha parlato di “fascismo degli antifascisti” a cui l’istruzione pubblica non può e non deve piegarsi.

Roberto Cenati: “Il boicottaggio universitario? Siamo di fronte a un grande fallimento educativo”

Non poteva mancare l’intervento di Roberto Cenati, ex presidente dell’Anpi Provinciale di Milano che, proprio come Nahum, ha rassegnato le dimissioni dal proprio ruolo per la sua opposizione all’utilizzo del termine genocidio applicato a Israele. “La parola genocidio evoca un’equiparazione della shoah, e questo è profondamente sbagliato”, ha dichiarato.

Parlando del boicottaggio accademico di Israele, “siamo di fronte a un clamoroso fallimento educativo perché le università dovrebbero essere una palestra di discussione e libertà”, ha dichiarato, invitando ad avviare occasioni di studio e riflessione sulla storia di Israele.

Infine, ha ricordato la manifestazione di novembre a Roma contro l’antisemitismo, organizzata dalla comunità ebraica. “Ma l’antisemitismo non deve riguardare solo gli ebrei, perché va contro nostra civiltà, democrazia e costituzione repubblicana. Un segnale forte sarebbe che la società civile, le forze politiche e le associazioni culturali a promuovessero, come avvenuto in Francia, una grande iniziativa contro l’odio per gli ebrei”.