8 Giugno 2020

Consigliere comunale posta su Facebook un fotomontaggio che paragona la scuola italiana al campo di sterminio di Auschwitz

Fonte:

la Repubblica edizione di Firenze

Autore:

Alessandro Di Maria

L’ingresso di Auschwitz come se fosse una scuola

Un’immagine agghiacciante. Di quelle che non andrebbero mai usate per rapportarle a qualunque tipo di argomento, figuriamoci alla scuola, casa culturale di bambini e ragazzi. È quella che ha pubblicato su Facebook ieri mattina il consigliere comunale della Lega di Borgo San Lorenzo, Claudio Ticci, riprendendo un altro post. Dove si vede la scritta dell’ingresso di Auschwitz trasformata da “Arbeit macht frei” (il lavoro rende liberi) con “La scuola educa alla libertà”. Poi sopra si legge “Schule macht Frei”, con subito sotto la traduzione in italiano “La scuola Libera” commentando poi «La scuola secondo questo Governo… Pd+5stelle+Leu+Italia Viva #andatevene a casa, #vergognatevi. Il plexiglass ce lo avete al posto dei neuroni o nelle vostre poltrone». Facendo intuire un netto dissenso su quelle che potrebbero essere le misure da adottare per il rientro nelle scuole a settembre. Il post ha provocato sdegno e innescato subito numerose polemiche, a cominciare dal sindaco di Borgo Paolo Omoboni, che sempre su Facebook ha scritto: «La foto si commenta da sola. Si può essere critici verso un partito, un’idea, una legge, ma usare queste immagini, in particolare se chi la usa è un consigliere comunale, è inaccettabile. Io spero che tutti i consiglieri e tutte le forze politiche locali vogliano condannare questo episodio grave. Gravissimo». Poi aggiunge: «Purtroppo quotidianamente in Italia e nel mondo abbiamo a che fare con episodi di intolleranza, pensate anche a quello che è accaduto a Fiano, utilizzare quell’immagine è davvero da condannare. Ancora di più se a farlo è un rappresentante delle istituzioni. Mi auguro che lo tolga e che chieda scusa». Cosa che almeno fino a ieri sera non era accaduta, anzi. Circa cinque ore dopo aver pubblicato il post, Ticci l’ha riproposto dando ulteriori spiegazioni del perché abbia associato un’immagine così forte alla scuola. Cominciando così il commento: «Visto che qualcuno si scandalizza…». In serata Ticci ha spiegato: «Ammetto che sia un immagine molto forte, ma il messaggio era per evidenziare un problema reale».

Photo Credits: La Repubblica