21 Luglio 2016

Commento di Emanuele Fiano ai recenti episodi di terrorismo jihadista

Fonte:

L'Unità

Autore:

Emanuele Fiano

Ridare speranza, sconfiggere la paura. Il terrorismo si può sconfiggere

Una paura serpeggia per l’Europa; che il terrorismo sia invincibile e che i fondamenti della civiltà che abbiamo costruito in occidente possano non reggere al fuoco incrociato di crisi economica, disagio sociale e terrorismo islamico. L’immagine traumatica di un Tir lanciato a folle velocità sui turisti di Nizza, il video testamento dell’assassino del treno in Germania, i resoconti dei telefonini che memorizzeranno per sempre gli spari atroci al Bataclan o quelli di Dacca, hanno trasferito al mondo intero, a volte in diretta, la sensazione di un’indifendibilità delle nostre vite a livello globale. Per ognuno di noi è maturata la certezza che in quel treno, in quella discoteca, o in quella Promenade, avremmo potuto esserci noi. C’è di più, proprio la conoscibilità quasi in diretta dei volti, degli atteggiamenti e delle vite dei terroristi, fa sì che la sensazione non sia più quella di un pericolo quantomeno lontano o circoscritto, o che gli obiettivi siano identificati con una selezione che aiuti a prevedere o razionalizzare la paura. La nuova, terribile stagione del terrorista “fai da te” o di prossimità, trasmette l’ansia di non poter riconoscere il pericolo o anche, e insieme, di poterlo riconoscere in ogni sembianza di arabo o islamico o straniero. Se scegliessimo di assecondare tutti questi sentimenti, noi avremmo già decretato la vittoria del terrorismo islamico a prescindere da ogni forma di prevenzione e repressione. 11 terrorismo vuole questo, imporre la legge della paura, imporre la propria legge; non solo questo terrorismo, ma ogni sua forma nella storia, e noi italiani ne sappiamo qualcosa. Noi dobbiamo invece dare speranza e certezze. 11 terrorismo si pub sconfiggere, lo dicono molte esperienze, non è detto che la cura sia indolore, né che sia facile, ma sconfiggere o limitarne al massimo il rischio si pub. Serve Ridare speranza, sconfiggere la paura Il terrorismo si può sconfiggere innanzitutto una chiarezza che non sempre percepisco. Il terrorismo che insanguina l’Europa e il Medioriente, 152 morti e 300 feriti solo in Europa nel 2015, è figlio dichiarato di un’ideologia di morte che va sotto il nome di Jihadismo. Questa ideologia di morte deve essere combattuta da tutti, senza eccezioni; nessuna comunità umana che abita l’Europa o il Mondo pub permettersi sconti, o indifferenza di fronte al messaggio che proviene da questa radice malata dell’Islam, nessuno. Il terrorismo delle Brigate Rosse fu sconfitto sì militarmente, ma prima di tutto culturalmente, dall’isolamento che in particolare il Partito Comunista Italiano e il Sindacato seppero produrre al suo intorno, negandogli ogni diritto di cittadinanza o di parentela, e pagando con il sangue il coraggio di denunciare ogni infiltrazione, come nel caso del sacrificio di Guido Rossa a Genova, La cultura di morte che trabocca dalla propaganda Jihadista va affrontata con un serio programma che contrasti la radicalizzazione dell’Islam, nelle scuole, nelle carceri, sui luoghi di lavoro, nelle comunità islamiche, nei luoghi dell’accoglienza, in collaborazione con le molte comunità islamiche che vogliono partecipare e credono in un Islam di pace; a questo si dedica già il governo, ed è di questi giorni l’attivazione di una commissione di monitoraggio della radicalizzazione e l’avvio della discussione di una legge specifica alla Camera che offrirà nuovi mezzi contro la radicalizzazione. Serve un atteggiamento serio e inflessibile sulla questione dei luoghi di culto islamici, il diritto alla fede deve rimanere un principio costituzionale sacro, ma ad esso va associata la certezza della separazione tra fede e politica nei luoghi di preghiera e la certezza dei finanziamenti, come dei percorsi di formazione degli Imam. L’Italia offre già all’Europa, anche forte di una drammatica esperienza, una forte legislatura antiterrorismo e apparati efficienti e all’altezza; ma in generale l’unico approccio vincente sarà quello multidimensionale che metta insieme aspetti militari, di investimento sulle forze dell’ordine, diplomatici, politici, economici, ideologici e culturali-comunicativi. Nessun paese potrà farcela da solo, nessuna pratica unidimensionale sarà vincente, ci troviamo di fronte ad un nuovo terrorismo multidimensionale, fatto di organizzazione efficiente e lupi solitari, di comunicazione patinata e di selfie da dilettanti, di terroristi europei di terza generazione e di profughi appena giunti. La battaglia sarà lunga, nessuno si senta escluso, noi abbiamo valori che non muoiono, vincerà la speranza.