16 Maggio 2021

Circolare della Polizia: maggiori controlli per luoghi sensibili

Fonte:

Il Messaggero

Autore:

Cristiana Mangani

Allarme azioni antisemite l’Italia aumenta i controlli

Rafforzati i presidi davanti ad ambasciate, sinagoghe e alla sede diplomatica dell’Olp

Le compagnie aeree Usa ed europee sospendono tutti i voli per Tel Aviv

Roma La guerra tra Israele e Hamas ha, come sempre, effetti a cascata. Al conflitto territoriale si aggiungono gli interessi di tanti attori diversi che vogliono colpire lo Stato ebraico. Ed è per questo che già da qualche giorno, il livello di allerta in Italia e, anche in diverse altre parti del mondo, è stato rialzato. Perché chi ha interesse a soffiare sul fuoco di questo conflitto potrebbe “armare” gruppi silenziosi e dare il via a una serie di rappresaglie e attentati a livello locale. La prima “sensibilizzazione” è stata fatta dalla questura di Roma che ha chiesto ai vari servizi (digos, mobile, volanti) di attivare maggiori controlli e di prestare particolare attenzione a diversi luoghi e personalità. Subito dopo è seguita una circolare del capo della Polizia, Lamberto Giannini, che è stata mandata a tutti i questori, nella quale si chiede di monitorare gli obiettivi sensibili israeliani e anche palestinesi: ambasciate, sinagoghe, compagnie aeree, e la sede diplomatica dell’Olp. Nella Capitale è stata rafforzata la vigilanza nella zona del Ghetto e della sinagoga.

LO STOP Al VIAGGI

Nei giorni scorsi il dipartimento di Stato Usa ha invitato i cittadini americani a «riconsiderare i viaggi in Israele a causa del conflitto armato e delle rivolte civili», e a non viaggiare nella Striscia di Gaza per gli stessi motivi, oltre che per il Covid e il terrorismo. L’allerta per i viaggiatori in Israele, che nelle ultime settimane era stata abbassata per il miglioramento della pandemia, è stata alzata al livello 3 su quattro. Dopo le compagnie americane, anche le principali compagnie europee hanno deciso di sospendere i voli per Israele. British . Airways, Virgin Atlantic e Ibéria hanno annunciato lo stop. Hanno preso provvedimenti simili anche le americane United Airlines, Delta Air Lines e American Airlines. La minaccia terroristica rimane, dunque, elevata. Ed è stato ribadito anche durante il Consiglio supremo di difesa presieduto dal capo dello Stato, Sergio Mattarella. «Il terrorismo transnazionale potrebbe trovare nuovi spazi di manovra e resta una minaccia preoccupante, che de- essere contrastata con un azione decisa, di carattere multilaterale e nell’ambito delle iniziative della Comunità Internazionale», è il contenuto della nota diffusa dal Quirinale. Nel frattempo, a Torino, Firenze, nei giorni scorsi, a Roma. E ancora a Parigi, a Londra, nel nord Europa, sono partite manifestazioni di solidarietà per il popolo palestinese. Un corteo con circa tremila persone si è svolto nel centro di Torino. «Condanniamo l’aggressione israeliana, ma anche il silenzio che continua a persistere davanti alla pulizia etnica messa in atto dal governo di Israele», hanno dichiarato gli organizzatori della manifestazione. Dalle casse musica araba, ma anche “Bella ciao”, mentre i manifestanti hanno scandito gli slogan «Free free Palestine» e «Palestina libera». Stessa scena in Libano, dove centinaia di giovani libanesi e palestinesi si sono ammassati a ridosso del muro in cemento armato eretto da Israele in corrispondenza della Linea Blu di demarcazione con il Libano, per esprimere solidarietà con i palestinesi di Gaza e Cisgiordania. E a Londra hanno manifestato in migliaia.

L’ALA RADICALE

Resta, comunque, il timore che l’ala più radicale di Hamas possa decidere di colpire obiettivi israeliani fuori dal paese, proprio mentre Israele sta facendo sentire la sua forza militare e non sembra intenzionata ad accettare la richiesta di tregua avanzata dall’organizzazione terroristica. Ma qualsiasi aggressione extra territorio non sembra di facile attuazione, vista la debolezza nella rete di supporto logistico. Pesa sul Movimento di resistenza islamica l’isolamento internazionale, la rottura con l’Egitto, le difficoltà della Siria e gli impegni dell’Iran, importanti alleati, che però hanno generi to all’interno una serie di divisioni. Tra i paesi alleati all’organizzazione rimane il Qatar che è più moderato, meno teso alla distruzione di Israele e più portato alla costruzione di uno Stato palestinese con capitale Gerusalemme. L’altra fazione, detta degli “iraniani”, è più vicina alla teocrazia sciita, meno orientata ai compromessi. Hamas non controlla completamente la Striscia. A Gaza, inoltre, sono presenti diversi altri gruppi di miliziani armati, a volte alleati e a volte ostili a Hamas. Il Jihad Islamico è il più grande di questi gruppi, che, pare, abbia circa diecimila affiliati. Ed è proprio questo che preoccupa maggiormente gli 007 di mezzo mondo, perché più “forte” dal punto di vista logistico.