17 Gennaio 2024

Carlo Maria Viganò, ex nunzio negli Stati Uniti, assume posizioni sempre più cattointegriste

Fonte:

Domani

Autore:

Francesco Peloso

Viganò supera a destra i lefebvriani Il fronte tradizionalista si divide

ROMA Servo di Satana: è questa une delle accuse più dure rivolte a papa Francesco da Carlo Maria Viganò, ex nunzio negli Stati Uniti, ora tornato sulle barricate per guidare le truppe più scalmanate dell’antibergoglismo, in seguito alla pubblicazione di “Fiducia supplicans”, il documento del dicastero per la Dottrina della fede che consente ai preti di tutto il mondo di benedire le coppie in situazioni irregolari, comprese quelle dello stesso sesso, pur mantenendo inalterata la dottrina della chiesa sul matrimonio fra uomo e donna. Del resto, tanto è bastato a vari oppositori di Francesco per alzare i toni in modo inusitato. L’ex prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, Ludwig Gerhard Müller, ha parlato di blasfemia («la benedizione di una realtà che si oppone alla creazione non solo non è possibile, ma è blasfema»), il cardinale Robert Sarah, anche egli fra i nemici più acerrimi del papa argentino, ha detto, da parte sua, che «alcuni media asseriscono che la chiesa cattolica incoraggia la benedizione delle unioni di persone dello stesso sesso. Mentono. Fanno il lavoro del divisore (cioè del diavolo, ndr)». Alcuni vescovi, ha aggiunto, fanno lo stesso: «Seminano il dubbio e lo scandalo nelle anime dei fedeli pretendendo di benedire le unioni omosessuali come se fossero legittime, conformi alla natura creata da Dio, come se potessero condurre alla santità e alla felicità umana». Insomma, “Fiducia supplicans” ha spalancato le porte delle accuse più feroci contro il papa. Tuttavia, sembra che, almeno in parte, toni tanto accesi siano più frutto di frustrazione e segno di scarsa prospettiva, un’aggressività insomma figlia delle circostanze e della rabbia più che di una strategia ben precisa.

Viganò e Williamson

Il caso di Viganò in tal senso è esemplare; circola infatti da vari giorni su diversi siti internet dell’area tradizionalista la notizia che l’ex nunzio si sia fatto riconsacrare vescovo da Richard Williamson, un ex vescovo cattolico inglese, scomunicato da Roma per aver già proceduto a varie ordinazioni illegittime; fino a ora la notizia non è stata smentita. Williamson, si ricorderà, faceva parte dei lefebvriani, la Fraternità San Pio X, dalla quale si allontanò perché in fondo non abbastanza antipapista, anzi, era l’accusa, cercava un accordo con la Santa sede per rientrare all’interno della chiesa cattolica. Così il vescovo diede vita a uno scisma nello scisma, fondando l’Unione sacerdotale Marcel Lefebvre. In rotta totale con il Concilio vaticano II («Il marciume in una mela non è la mela stessa, ma si attacca alla mela mentre marcisce. Allo stesso modo, la chiesa conciliare si attacca alla chiesa cattolica che marcisce», afferma Williamson secondo quanto riporta il sito dell’organizzazione da lui fondata), è passato però alla storia soprattutto per le sue affermazioni antisemite: dalla negazione delle camere a gas all’affermazione dell’esistenza di un complotto ebraico per dominare il mondo. Per questo fu anche condannato da un tribunale tedesco a una pena pecuniaria; la fondatezza della condanna venne poi confermata nel 2019 dalla Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo, alla quale Williamson si era rivolto accusando la Germania di aver violato il suo diritto alla libertà d’espressione. Secondo la Corte europea, tuttavia, i tribunali tedeschi hanno agito correttamente nel condannare il vescovo ultratradizionalista per incitamento all’odio.

Un collegio a Viterbo

In ogni caso, Viganò ha fondato a sua volta, nell’estate scorsa, l’associazione Exsurge Domine, per «aiutare sacerdoti e religiosi vittime delle epurazioni bergogliane». Di recente, poi, è stata diffusa la notizia che sta sorgendo anche una struttura destinata a ospitare i transfughi, il Collegium Traditionis presso l’Eremo di Palenzana, non lontano da Viterbo. Si tratta, spiega il sito del Collegium, di «una vasta proprietà in provincia di Viterbo. I lavori sono già in uno stadio avanzato, sia per quanto riguarda la ristrutturazione e il restauro degli immobili esistenti, sia per la costruzione degli edifici di nuova progettazione». D’altro canto Viganò non ha dubbi, lui stesso si definisce «l’unica voce libera nella chiesa cattolica», che prosegue «con coraggio il suo ministero episcopale nella tutela della Tradizione immutabile della chiesa e nella conservazione del sacerdozio cattolico». In merito a papa Francesco, responsabile di “Fiducia supplicans”, il giudizio è, neanche a dirlo, senza appello: «I falsi pastori, i servi di Satana ad iniziare dall’usurpatore che siede sul soglio di Pietro», lo ha definito l’ex diplomatico vaticano, in una dichiarazione video diffusa sul web; il documento in questione, ha aggiunto, «suona canzonatorio e ingannevole perché la fiducia nel perdono di Dio senza pentimento si chiama presunzione di salvarsi senza merito ed è un peccato contro lo Spirito santo». Quella di Francesco, quindi «è una falsa sollecitudine pastorale nei confronti di adulteri e sodomiti». Il papa, secondo lui, è «desideroso di rendere la Chiesa concubina del nuovo ordine mondiale». E si chiede che «cosa impedirà in futuro di benedire poliamori, pedofilia, o la bestialità dell’amore animale, sarebbe sempre in nome dell’accoglienza». Va detto che questi toni virulenti, accompagnati dalla fondazione di un’associazione, il cui carattere scismatico appare evidente, non sono scelte che sono piaciute a certi settori integralisti e tradizionalisti più avveduti che giudicano criticamente la scelta di Viganò di collocarsi di fatto al di fuori della chiesa cattolica, tanto più se venisse confermata la riconsacrazione da parte di Williamson, la qual cosa comporterebbe la scomunica latae sententiae, cioè immediata, dell’arcivescovo. Così, mentre il papa, anche in tv, conferma la sua idea di una chiesa aperta a tutti, a chiunque sia in cerca di Dio, in nome della misericordia, quello che emerge dalle reazioni alla decisione vaticana di acconsentire, sia pure a certe condizioni, alle benedizioni delle coppie omosessuali, è un quadro estremamente frammentato della galassia estremista del tradizionalismo cattolico, a oggi incapace di esprimere una vera leadership, in cui si confondono voci, fughe in avanti e posizioni personali.