2 Dicembre 2018

Banalizzazione della Shoah

Fonte:

La Repubblica edizione di Bari

Autore:

Anna Puricella

Luxuria “Quel post contro di me offende soprattutto la memoria”

Stavolta è difficile riderci su. «Sono la persona più autoironica che esista, ma mi hanno ferito». Vladimir Luxuria è stata oggetto di un post della pagina Facebook Fotografie segnanti: “Se questo è un uomo di Primo Levi è ancora un’opera molto apprezzata dai lettori per la capacità di creare un forte transporto emotivo”, si leggeva nella didascalia accanto alla foto della copertina di un libro di Luxuria, con lei ritratta. In poche righe due bersagli, le vittime dell’Olocausto e le persone transessuali, e l’innesco di una polemica accesa.

Vladimir Luxuria, cosa ha pensato quando ha visto il post?

«Non mi ha fatto ridere, mi ha fatto arrabbiare. Ci avessero messo un dopobarba scrivendo: “Per l’uomo che non deve chiedere mai” non me la sarei presa. Sono abituata a battute di questo tipo, come quando dicono “Sei Brava e Bravo come la Fiat”. Ma leggere i commenti che sono seguiti, e soprattutto l’accostamento a un libro che parla di lager, non posso tollerarlo».

Fotografie segnanti si giustifica parlando di satira.

«Anche io uso spesso la satira, ma questo è un insulto alla memoria storica. È un’altra cosa».

Lei ha replicato?

«Speravo che ammettessero di aver esagerato, invece hanno mantenuto il punto usando espressioni come lui/lei. Neanche uno come Mario Adinolfi usa più questo linguaggio».

Hanno pure detto di non aver mai usato la parola Olocausto.

«E di cosa parlava il libro di Primo Levi? Mica d’amore, o di fantascienza. Magari l’avesse potuto fare».

Diceva che è abituata a queste battute. Fanno ancora male?

«Quei commenti mi hanno ferito, hanno scalfito la corazza che ho costruito negli anni. Hanno scritto cose molto pesanti. Leggendoli mi è sembrato di entrare in una rete fognaria piena di escrementi delle loro frustrazioni».

Ci sono donne che si sono uccise, per la cattiveria del web.

«Appunto. Il guaio è che in questo periodo sembra che l’odio sia diventato un sentimento vincente, che fa avere più like e follower».

Passerà?

«Se ne può uscire, continuando a reagire e a non abituarsi. Ma è un tipo di sentimento che sta prendendo piede ovunque, anche in politica».

Photo Credits: bari.repubblica.it