20 Febbraio 2024

Associazione islamista omaggia noto cantante

Fonte:

Corriere della Sera

Autore:

Monica Ricci Sargentini

Ghali e l’imam pro Hamas

I «ringraziamenti» del rapper all’associazione filo palestinese

Il post del cantante dopo l’omaggio ricevuto per le frasi a Sanremo

«Ciao ragazzi, un saluto a tutti gli amici di Api Italia. Ho ricevuto il vostro pensiero, grazie davvero. Che dire, raga…Spero di vedervi presto, vi voglio bene». Con queste parole sabato scorso il cantante milanese Ghali ringraziava, anche in arabo, l’Associazione dei palestinesi in Italia che gli aveva fatto consegnare da un attivista un frammento del restauro della moschea di Gerusalemme come segno del «nostro apprezzamento per aver utilizzato la tua piattaforma e la tua canzone Casa Mia, per aver diffuso un messaggio così significativo agli spettatori del festival di Sanremo». Il post, pubblicato sull’account Instagram dell’associazione, ha ridato vita alla polemica sul gesto del rapper di origine tunisina che dal palco aveva chiesto «la fine del genocidio», riferendosi all’azione militare di Israele nella Striscia di Gaza, e provocando la reazione dell’ambasciatore israeliano in Italia Alon Bar che lo aveva accusato «di usare Sanremo per diffondere odio». Ora le nuove polemiche sul cantante, perché l’Api fa capo a Mohammed Hannoun che è considerato uno dei punti di riferimento di Hamas in Italia. Architetto palestinese trapiantato a Geno- va, fondatore, oltre all’Api, della onlus Abspp (Associazione benefica di solidarietà con il popolo palestinese) e della Europeans for Al-Quds, Hannoun scrive frasi apertamente ostili a Israele, come: «Per noi palestinesi il percorso è chiaro, quello dopo la fine dell’entità sionista con la nascita di un Stato palestinese indipendente e sovrano». Di Hannoun sono note sia le relazioni con i leader di Hamas, tra cui Ismail Haniyeh e Khaled Meshaal, con i quali è stato fotografato in più occasioni, sia le accuse dei servizi di intelligence (israeliani e di alcuni Paesi europei) di finanziare l’organizzazione terroristica tramite le molteplici «attività umanitarie» a favore della popolazione di Gaza. La sua onlus è bandita da Israele sin dal 2002. In Italia, però, le indagini della magistratura hanno sempre portato a un non luogo a procedere e lui ha sempre respinto con forza le accuse parlando di «campagne diffamatorie lanciate dal governo israeliano contro di lui». Tuttavia i conti correnti intestati alla Abspp vengono chiusi uno dietro l’altro perché segnalati dalle unità antiriciclaggio europee. Non basta. Dal io ottobre l’uomo è il motore e l’ideatore delle manifestazioni che si sono tenute, in diverse città italiane, a favore della causa palestinese; manifestazioni durante le quali si sono sentiti risuonare cori pro-Hamas, canzoni antisemite in arabo («Oh ebrei l’esercito di Maometto sta tornando»), e lo slogan «dal fiume al mare la Palestina sarà libera» che implicitamente allude alla sparizione di Israele. Su Rai3 l’architetto, che è anche imam del Centro islamico di Genova, è arrivato a definire il massacro del 7 ottobre «un gesto di autodifesa» dei militanti di Hamas che ha definito «i nostri partigiani». L’ultima manifestazione si è tenuta a Milano l’altroieri: circa 800 persone hanno partecipato a un corteo che si è riunito davanti alla sede della Rai e poi si è snodato lungo corso Sempione al grido di «Israele fascista, Stato terrorista, contro la violenza coloniale boicotta Israele Stato criminale.