14 Giugno 2013

Antisemitismo e negazionismo motivo di vanto per il giovane simpatizzante jihadista

Fonte:

Giornale di Brescia

Autore:

Pierpaolo Prati

Antisemitismo, un vanto per il 20enne jihadista

Aveva preso una nota a scuola per aver giustificato la shoah

Ora tace dal gip e chiede di prendere il diploma in cella

Col giudice non parla. Lo farà, se gliene daranno l’occasione, solo davanti ai professori. Anas El Abboubi, il 20enne arrestato mercoledì a Vobarno con l’accusa di addestramento con finalità terroristiche, vuole chiudere il suo percorso scolastico alla Scuola Bottega. Ora, dice il suo legale (l’avv. Nicola Mannatrizio), gli interessa solo quello. L’accusa e gli elementi che la sostengono, al momento passano in secondo piano. Nonostante la loro gravità. Nelle 22 pagine con le quali il giudice delle indagini preliminari Cesare Bonamartini ordina il suo arresto e la custodia cautelare a Canton Mombello, c’è spazio per un vero e proprio arsenale di odio e fanatismo: un’enciclopedia su teoria e pratica della jihad. Il gip ripercorre le varie fasi dell’indagine. Parte dal settembre dello scorso anno, da quando, dopo essere stato qui da noi, al centralino del Giornale di Brescia, si presenta in Questura ad annunciare il desiderio di fare una manifestazione contro il film «L’innocenza dei musulmani», e di bruciare in quell’occasione la bandiera di Israele e di esporre cartelli contro Barack Obama. Da allora gli agenti della Digos non l’hanno più perso di vista. L’hanno seguito passo passo nella vita reale e in quella virtuale. Si sono intrufolati nel suo notebook e, da remoto, hanno scattato screenshot (immagini delle schermate che apriva di volta in volta) per scoprire un diluvio di documenti: testi, foto, schede tecniche, filmati. Un’adesione incondizionata la sua, anche all’antisemitismo. Gli inquirenti trovano postata sul suo profilo Facebook anche una nota di richiamo di un suo docente, alla Scuola Bottega. Un trofeo per il 20enne, conquistato manifestando idee antisemite nel corso di una discussione in classe sulla shoah, poco prima del Giorno della Memoria. Una medaglia da condividere con il suo pubblico virtuale. Nel pc del ventenne di Vobarno molto altro materiale. Prediche di Osama Bin Laden, sermoni anti Usa di Al Zawahiri, ma anche i suoi contatti con gli esponenti radicali dell’estremismo islamista del sodalizio Sharia4, a partire da quello del Belgio. El Abboubi si era appassionato alla causa belga: confidava che «Allah potesse distruggere il Belgio e fondare il califfato». Incontrare anche fisicamente l’ispiratore di Sharia4 Belgium fu qualcosa più di un pensiero per Anas. Nel viaggio per Bruxelles, mai andato in porto, il giovane investì 100 euro che il padre gli aveva girato per la pratica del permesso di soggiorno. Puntava in ogni caso più a Est El Abboubi: alla Siria. Voleva andare – scrive il gip – nel Paese dove i mujahideen stanno combattendo contro il regime di Assad. Ma è rimasto in Italia dove ha fondato Sharia4ltaly, notizia che è stata salutata con soddisfazione anche in Indonesia, dai vertici del gruppo omologo. A far fare il salto di qualità alle indagini della Digos e del pm Leonardo Lesti, i movimenti di maggio, a ridosso degli attentati di Londra e Parigi, nei quali un militare fu ucciso e un altro fu gravemente ferito. El Abboubi il giorno dopo l’omicidio del primo postò nella bacheca Facebook di Musulmani nel Mondo quanto segue: «Il soldato ucciso oggi in Gran Bretagna è frutto della violenza e dell’arroganza di tutti questi anni contro i musulmani. La Francia e l’Inghilterra e l’America sono nemiche dell’Islam e smettiamola di fingere la pace». Il livello di allarme qui si fa elevatissimo. Gli inquirenti scoprono infatti che il killer, nigeriano convertito all’Islam nel 2003, è un seguace di Omar Bakri, ma soprattutto è entrato nello stesso circuito di El Abboubi: Sharia4. Questo dato, affiancato ai sopralluoghi virtuali compiuti dal 20enne marocchino da anni a Vobarno, della caserma Goito e della stazione presidiata dai militari che vivono nell’edificio di via Callegari, fa scattare la misura cautelare. La paura degli inquirenti è che El Abboubi possa passare dalle intenzioni ai fatti. Di mettere in pratica il suo addestramento alle armi bianche e di allargare anche a Brescia la jihad di strada che ha insanguinato Parigi e Londra.