23 Marzo 2017

Aggressioni contro cittadini di origine bengalese ad opera di simpatizzanti dell’estrema destra

Fonte:

Corriere della Sera edizione di Roma

Autore:

Ilaria Sacchettoni

I raid neofascisti all’Appio contro i lavoratori bengalesi

Chiusa l’indagine contro sei esponenti di Forza Nuova: 50 aggressioni

Un’accademia per giovani kapò. Un tirocinio di sopraffazione con i suoi ideologi e insegnanti, pronti anche ad applicare íl codice rosso nei confronti degli indisciplinati, con metodi più adatti a un’associazione mafiosa che a una comitiva. E lo spaccato che si ricava dalla conclusione dell’indagine dei carabinieri del Ros sui cosiddetti Bangla-Tour, spedizioni punitive promosse da alcuni ritrovi di Forza Nuova nei confronti di bengalesi. Una storia intrisa di tetre ideologie, ma anche di ordinaria violenza e frustrazione. Secondo i magistrati Sergio Colaiocco e Francesco Caporale che hanno condotto gli approfondimenti, un pool di (cattivi) maestri con la partecipazione di alcuni minorenni avrebbero orchestrato ronde punitive nei confronti di cittadini del Bangladesh. I presunti responsabili, i trenta/quarantenni Gabriele Masci, Daniele De Santis, Giovanni Maria Camillacci, Alessio Costantini, Alessio Castelli e Alessandro Caetani sono stati avvisati che, nei loro confronti, si è chiusa l’indagine. I reati contestati vanno dall’incitamento all’odio razziale alla violenza privata, detenzione di armi, violenza sessuale, favoreggiamento e resistenza a pubblico ufficiale. L’avviso di conclusione delle indagini contiene dettagli inquietanti su metodo e modalità delle ronde che si svolgevano prevalentemente all’Appio Latino. Gli indagati «in concorso con altri soggetti identificati, accomunati da una vocazione ideologica di estrema destra nazionalsocialista caratterizzata, nella specie, dal propugnare sia le tesi negazioniste dell’olocausto, sia la tesi della superiorità della razza bianca, promuovevano e comunque dirigevano, nell’ambito delle iniziative della sezione di Forza Nuova di via Lidia, un gruppo avente lo scopo d’incitare alla discriminazione e alla violenza per motivi razziali e religiosi». Anche il social network veniva reclutato allo scopo. L’odio si diffondeva «anche on line, attraverso profili Facebook come quello aperto sotto lo pseudonimo “Barzum”, di idee fondate sulla superiorità della razza bianca e sull’odio razziale ed etnico». Ai ribelli o a chi sgarrava veniva applicato un codice punitivo. Così Camillacci e Costantini «al fine di punire De Santis per le condotte di cui al precedente capo (violenza sessuale nei confronti di una ragazza del gruppo, ndr) dopo averlo bendato e fatto inginocchiare lo minacciavano con un’arma da sparo esplodendo anche un colpo di arma da fuoco e gli cagionavano molteplici lesioni al volto nonché l’indebolimento dell’udito». Secondo gli investigatori sarebbero almeno cinquanta le aggressioni che tra il 2012 e il 2013 si sono svolte contro ben-galesi colpiti a caso in strada durante le ronde punitive, ma la stima è per difetto: molti della comunità, non in regola, hanno subito senza denunciare.