Fonte:
Milano Today
Autore:
Massimiliano Melley
Aggressione al papà ebreo, Nahum in consiglio con la kippah. Scintille con la presidente della commissione sull’odio
Tensione a Palazzo Marino. Nahum alla presidente Nigris: “Neanche una parola di condanna”. La replica: “Noi puntiamo alla prevenzione, non interveniamo sul singolo fatto”. Sala: “Terribile se basta una kippah per essere picchiati”
Ha indossato la kippah, il copricapo ebraico, per intervenire in consiglio comunale a Milano, lunedì 28 luglio, dopo che si era diffusa la notizia dell’aggressione (verbale e fisica) subita da un turista francese ebreo all’Autogrill di Lainate, mentre si trovava in compagnia del figlio. Daniele Nahum, di Azione, in passato vice presidente della comunità ebraica milanese, ha preso la parola (indossando il copricapo) per denunciare l’accaduto: “La situazione sull’antisemitismo sta diventando ingestibile”. E non sono mancate le polemiche all’indirizzo della commissione sul linguaggio d’odio, recentemente istituita a Palazzo Marino.
Sala: “Terribile se basta una kippah per essere aggrediti”
Sull’argomento è intervenuto anche il sindaco Beppe Sala, a margine del consiglio comunale: “Dovremmo tutti fare lo sforzo di distinguere da un lato Netanyahu e le sue politiche e dall’altro lato il popolo israeliano e le comunità ebraiche in giro per il mondo. Io di Netanyahu penso tutto il male possibile e arrivare anche a dire che non c’è fame a Gaza è veramente un affronto al buonsenso. Però ciò non ci deve portare a comportamenti rispetto a persone la cui unica colpa, e lo dico ovviamente tra virgolette, è quella di appartenere a una comunità. Ora se basta avere una kippah in testa per farsi aggredire credo sia qualcosa di veramente terribile, per cui dobbiamo fare questo sforzo e purtroppo in un mondo così complesso”.
I casi di antisemitismo a Milano
Tornando al dibattito, Daniele Nahum ha preso la parola e indossato la kippah per solidarietà al papà aggredito. “Non credo che il pessimo governo Netanyahu sia da giustificazione per questi atti di carattere antisemiti, perché questi sono cittadini, in questo caso di nazionalità francese, pestati in quanto identificati come ebrei. L’identificazione dell’ebreo come israeliano: che cos’è questo, se non antisionismo che sfocia in antisemitismo?”, ha detto.
Il consigliere ha poi ripercorso altri casi recenti a Milano, come quello dei manifesti contro il governo israeliano affissi nel quartiere “ebraico” della città: “Risiedo anch’io lì, siamo tutti cittadini italiani. E siamo a un episodio alla settimana di pestaggi contro gli ebrei, che sono cittadini italiani e non c’entrano nulla con quello che succede in Medio Oriente, con le responsabilità del governo Netanyahu che noi abbiamo denunciato anche come gruppo politico. Il mio gesto (la kippah, n.d.r.) è in solidarietà a tutte le persone picchiate nell’ultimo mese, e anche a quel bambino di 6 anni che ha visto il padre picchiato perché ebreo”.
La polemica contro la commissione sull’odio
Infine la polemica verso la commissione sul linguaggio d’odio e la sua presidente Elisabetta Nigris, consigliera del Pd e docente in Bicocca. “Gli episodi di antisemitismo sono aumentati, nell’ultimo anno, del 400 per cento, c’è un’emergenza reale. Questa commissione ha chiamato il Cdec (Centro di documentazione ebraica, n.d.r.) ed è stato importante, farà un sopralluogo al Memoriale della Shoah, ma con le parole servono anche i fatti e gli atti concreti. Ci sono stati tre episodi: la merceria, i cartelli, l’Autogrill. Non ho sentito una parola da parte della presidente e della commissione contro questi episodi”. E rivolgendosi a Nigris: “Se lei ha un ruolo politico di presidenza, ha l’obbligo d’intervenire e far sentire la voce della città su questi episodi. Sennò per cosa l’abbiamo votata, la presidenza della commissione? Per ora, l’atto concreto della politica della commissione contro l’odio è un silenzio purtroppo assordante”.
Il battibecco
“Sicuramente condanniamo i fatti che hanno colpito la famiglia francese ebrea”, ha replicato Elisabetta Nigris: “Ma abbiamo fatto la scelta di non puntualizzare tutti i singoli atti di odio. non quelli di antisemitismo, non quelli di razzismo, non quelli di misoginia, di omofobia, ma soprattutto alle singole persone. Abbiamo deciso di adottare un approccio preventivo e proprio per questa ragione stiamo facendo un approfondimento ascoltando chi si occupa di questi temi. In ognuna delle cinque commissioni che abbiamo già organizzato è stato citato il tema dell’antisemitismo, se n’è parlato ed è stato condannato. A settembre, come ha citato il consigliere Nahum, è stata già programmata una commissione al Memoriale dedicata unicamente a questo tema”.
Il battibecco è proseguito: “Lei non è in un’aula universitaria ma fa politica”, ha replicato Daniele Nahum: “E se un islamico viene pestato in quanto tale, deve intervenire politicamente perché la sua voce politica è fondamentale. Non contesto il lavoro fatto dalla commissione, ottimo da un punto di vista scientifico, contesto che ci sono stati tre episodi gravi di antisemitismo e la voce politica della presidente della commissione sull’odio non c’è stata. Se una persona si ammazza in carcere noi possiamo fare i convegni sul sovraffollamento ma, come presidente (della sottocommissione carceri, n.d.r.), intervengo perché ho un ruolo politico”.
“Ci sono diversi modi di intendere la politica, che è innanzitutto prevenzione, ancora prima di condanna, e noi stiamo lavorando per individuare le politiche cittadine di prevenzione al contrasto d’odio. Ci metteremo un po’ di tempo, ma credo che lo faremo. La condanna è solo un atto di questo”, ha controbattuto Elisabetta Nigris.
