15 Aprile 2015

Report 2014 del Kantor Center di Tel-Aviv sull’antisemitismo nel mondo

Fonte:

Kantor Center For the Study of Contemporary European Jewry - ANSA

Rapporto Israele, 2014 tra I peggiori anni antisemitismo

40% in più di casi,Francia-Gb in testa. Guerra Gaza catalizzatore

(di Massimo Lomonaco)

(ANSA) – TEL AVIV, 15 APR – Un aumento di quasi il 40% di «atti violenti» antisemiti: il 2014 in Europa e nel Nord America è stato uno dei peggiori anni del decennio. E non sembra finita: i primi mesi del 2015, come dimostrano i fatti del supermercato kasher di Parigi e della sinagoga di Copenhagen, mostrano segnali ancora peggiori. A fotografare una situazione in drammatico deterioramento è stato il rapporto del ‘Centro Kantor per gli studi dell’ebraismo contemporaneo e Congresso ebraico europeò presentato oggi all’Università di Tel Aviv nel giorno stesso in cui Israele ricorda solennemente ‘Yom HaShoah’, lo sterminio di 6 milioni di ebrei ad opera dei nazisti e dei loro alleati. I casi denunciati dal Centro Kantor sono stati nel 2014 766 con un incremento del 38% rispetto ai 554 del 2013, soprattutto nei paesi occidentali. In Europa in testa come numero complessivo c’è la Francia con 164 casi (141, 2013), seguita dalla Gran Bretagna con 141 (95, 2013). Ma gli «atti violenti» contro ebrei e/o istituzioni ebraiche sono più che raddoppiati in Germania (76 contro i 36 del 2013), e l’aumento è esponenziale in Svezia (17 rispetto ai 3 del 2013), e triplicato in Belgio (30 oggi, 11 nel 2013) e quasi raddoppiato in Italia (23 contro i 12 del 2013). Se la situazione è migliore nell’Europa dell’est, negli Usa si registrano 912 «atti violenti» (con un 21% in più rispetto all’anno precendete), l’Australia 30 (11 nel 2013), il Sudafrica 14 (ma era 1 l’anno scorso). Il quadro generale peggiora ancora se non si prendono in considerazione solo gli «atti violenti» (come fa il ‘Centro Kantor’) ma anche tutte le forme di antisemitismo nelle sue varie forme. Solo in Germania – secondo il rapporto – si passa così da 788 a 1076 episodi, in Francia da 423 a 851, in Gran Bretagna da 535 a 1168, il più alto numero di sempre per un anno. Per tornare ai 766 rivelati oggi, 412 sono stati gli assalti vandalici, 65 quelli con le armi, 101 atti violenti, ma senza armi, 22 gli incendi dolosi, 166 le minacce. Il 40% ha riguardato le proprietà, il 22% le persone, il 15% le sinagoghe, la stessa percentuale i cimiteri e i memoriali, l’8% le strutture comunitarie e le scuole. «Il sentimento prevalente tra molti ebrei – è stato detto durante la presentazione – è quello di vivere in un ambiente sempre più antisemita caratterizzato giornalmente non solo da insulti o minacce, ma palesemente pericoloso». Gli ebrei, specialmente in Europa, hanno capito che «non ci sono più tabù e restrizioni quando si tratta di manifestazioni antisemite». La questione «è quale futuro ci possa essere per le comunità e gli individui». Un futuro che non riguarda solo la sicurezza garantita dai rispettivi Stati, ma piuttosto «la possibilità di condurre una vita pienamente ebraica in Europa sotto la protezione della polizia e delle armi». Sulle cause di questa «allarmante situazione» il rapporto è chiaro: «la guerra con Gaza dell’estate del 2014 non è stata la causa ma – ha detto Dina Porat presidente del ‘Centro Kantor’ – il catalizzatore di un’atmosfera già impregnata di antisemitismo”. Senza dimenticare – ha aggiunto – l’apporto dato dalla «crisi dei valori tra i giovani in Europa», dall’ignoranza diffusa su Israele e sugli ebrei e il ritorno di vecchi stereotipi antiebraici. Il rapporto – che non manca di segnalare le manifestazioni contro l’antisemitismo in numerosi paesi del mondo così come condanna con vigore gli atti in Israele anti cristiani o anti musulmani – da atto ai governi europei di impegnarsi contro i fenomeni antisemiti. Tuttavia – ha concluso Porat – questo impegno non sembra passare in maniera adeguata nella popolazione.

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