22 Giugno 2012

Presentato il report FRA sull’antisemitismo in Europa

Fonte:

www.romaebraica.it

Autore:

Stefano Gatti

L’odio verso gli ebrei non è un fantasma del passato ma è diventato un fenomeno sociale del presente.

La European Union Agency for Fundamental Rights -FRA (Fra.europa.eu) ha presentato presso la sede del Parlamento europeo di Bruxelles con la Conference on Combating Antisemitisml’ottavo aggiornamento sulla situazione dell’antisemitismo in Europa Antisemitism Summary overview of the situation in the European Union 2001 – 2011. Il primo studio sull’antisemitismo in Europa fu promosso in seguito all’ondata di antisemitismo che colpì violentemente il vecchio continente in seguito alla Seconda intifada del 2002. L’aggiornamento dell’Antisemitism Summary è relativo al periodo 1° gennaio 2012-31 dicembre 2012, e riguarda gli atti di violenza antisemitica raccolti da organizzazioni sovranazionali, governative e non governative europee. Questo aggiornamento mostra che l’antisemitismo continua a mantenersi ad alti livelli ed a costituire un problema per la società europea in generale, e per le comunità ebraiche in particolare. John Mann, europarlamentare britannico del Labour, alla vigilia dell’importante conferenza ha voluto ricordare la diffusione dell’antisemitismo in Europa citando recenti episodi come il massacro di Tolosa in Francia, o il grande successo elettorale del partito neonazista greco Alba dorata ottenuto alle recenti elezioni politiche nazionali, ciò per mostrare come il fenomeno antisemitico non sia un fantasma del passato bensì un allarme sociale del presente. La conferenza è stata promossa dall’ Inter-parliamentary Coalition for Combating Antisemitism – ICCA dall’Anti-Racism and Diversity Intergoup del parlamento europeo, dal B’nai Brith Europe ed International e dal CEJI – A Jewish Contribution to an Enclusive Europe. L’aggiornamento sul 2011 dell’Antisemitism Summary overview ribadisce che, anche in mancanza di eventi ‘scatenanti’, il numero di episodi di antisemitismo in Europa rimane estremamente elevato, ed è proprio nel vecchio continente che, a livello globale, è presente il più alto tasso di antisemitismo, con Regno Unito e Francia i paesi che continuano a registrare il maggior numero di atti di antisemitismo. L’antisemitismo aperto e dichiarato viene generalmente considerato socialmente non accettabile e quindi talvolta punito anche dalla legge, e la visione del mondo antisemitica rimane confinata all’interno di frange estremiste, tuttavia gode spesso di accettabilità e legittimazione il cosiddetto ‘secondary antisemitism’ ovvero la riproposizione di discorsi e stereotipizzazioni antisemite collegate agli episodi di politica nazionale ed internazionale (esempio la crisi economica mondiale attribuita alle banche ‘ebraiche’ ed alle organizzazioni ‘ebraico-massoniche’) e – specie – al conflitto arabo-israeliano (esempio i ‘sionisti predatori di organi’). Il maggiore problema per quanto riguarda la registrazione degli episodi di antisemitismo continua rimanere il fatto che – solo pochi stati europei – operano una raccolta ufficiale dei dati sull’antisemitismo, e i dati, quando ci sono, generalmente non possono venire paragonati poiché raccolti usando definizioni, catalogazioni, metodologie e fonti che variano da paese a paese. Anche le comunità ebraiche, attraverso organismi interni, raccolgono dati sulle violenze antisemite, ma anche queste raccolte di dati non vengono quasi mai operate in modo sistematico, e seguono criteri che variano a seconda dei paesi, anche in questo caso poi i dati sono difficilmente comparabili. Tredici paesi europei raccolgono dati sui cosiddetti ‘hate crimes’ motivati da antisemitismo: Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Italia, Paesi Bassi, Polonia, Regno Unito, Spagna, e Svezia. Di questi 13 paesi solo cinque (Francia, Germania, Italia, Regno Unito e Svezia) forniscono i dati all’OSCE/ODHIR le organizzazioni EU che si occupano di razzismo e diritti umani. Le principali conclusioni che vengono tratte dal rapporto FRA sull’antisemitismo in Europa nel 2011 sono che:

 

 

  • Gli stati membri dell’UE devono implementare i programmi educativi volti a combattere l’antisemitismo, anche attraverso iniziative di supporto alla cultura ebraica.

 

  • Gli stati membri dell’UE devono contrastare l’antisemitismo nelle aule di tribunale.

 

  • La stereotipizzazione antisemita continua ad essere una realtà nel panorama europeo.

 

  • Gli episodi di antisemitismo continuano a verificarsi nei paesi UE, e le vittime principali delle violenze continuano ad essere gli ebrei identificabili come tali.

 

  • Negazione e banalizzazione della Shoà sono in continua crescita.

 

  • L’antisemitismo nel WEB è in continua crescita.

 

  • L’antisemitismo si acuisce quando il conflitto arabo-israeliano si riacutizza, ed un fattore scatenante è anche il tono usato dai mass media per riferire le notizie sul conflitto.

 

  • Le manifestazioni antisemite, generalmente organizzate dai gruppi della destra radicale, spesso coincidono con eventi del calendario ebraico o eventi storici significativi per le comunità ebraiche, specialmente in relazione al Secondo conflitto mondiale.

 

  • Materiale antisemita continua a venire pubblicato nei paesi UE con poche – o nessuna – conseguenze per gli autori.

 

  • Alcuni partiti politici UE sono apertamente antisemiti.

 

  • I principali autori delle violenze antisemitiche sono giovani fondamentalisti islamici, neonazisti o simpatizzanti della destra radicale.