20 Ottobre 2016

Secondo la Corte Costituzionale il saluto fascista non è reato se non diffonde l’ideologia fascista

Fonte:

ANSA

Saluto romano: giudici reato se non si diffonde ideologia

I giudici di secondo grado, citando alcune sentenze della Corte Costituzionale, hanno ricordato che penalmente rilevanti sono quelle manifestazioni in cui i «gesti di richiamo all’ideologia fascista siano svolti in occasione di una riunione pubblica» e «che vi sia il dolo, anche generico, di volere diffondere ideologia», con atteggiamenti «tali da porre in pericolo l’ordine democratico». La Corte ha quindi ribadito, come già rilevato dal gup, la natura «commemorativa» della manifestazione dell’aprile 2014, nata per ricordare «la morte di tre persone, uccise nell’ambito di una violenta lotta politica, a causa della loro adesione a una ideologia». I partecipanti, infatti, «hanno sfilato in assoluto silenzio, con un atteggiamento di rispetto nella memoria delle vittime di violenza», senza «innalzare cori inneggianti» o esprimere «propaganda e volontà di diffusione di un’ideologia». Inoltre la loro condotta, che «non implica di per sé l’intenzione di sollecitare l’adesione all’ideologia da parte di un numero indeterminato di persone estranee alla manifestazione», secondo la Corte d’Appello, va valutata anche in relazione «all’evoluzione storico sociale che impone di valutare in maniera più rigorosa la sussistenza o meno del pericolo di diffusione dell’ideologia». Nel marzo scorso, con una sentenza della Cassazione, che aveva dichiarato la «inammissibilità totale» del ricorso della Procura di Milano, era diventato definitivo il proscioglimento di altri sette militanti di estrema destra accusati di apologia del fascismo per avere fatto il saluto romano nella stessa occasione. Tra loro, l’ex consigliere provinciale milanese di Fratelli d’Italia Roberta Capotosti.