29 Agosto 2015

Presidio antisionista a Firenze in occasione della visita del primo ministro israeliano Netanyahu

Fonte:

La Repubblica edizione di Firenze

Autore:

Massimo Mugnaini

Ai Ciompi manifestazione pro Palestina bloccato dagli agenti il tentativo di corteo

Avevano chiamato a raccolta le mille anime della sinistra antagonista per portare in piazza centinaia di militanti e simpatizzanti anti sionisti e dimostrare a tutti che «Netanyahu non è gradito a Firenze». Ma il presidio organizzato ieri pomeriggio in piazza dei Ciompi dalla “Associazione per la Pace in Palestina” per contestare la visita del premier israeliano in città è stato un flop. Neppure un centinaio di persone si sono riunite sotto la Loggia del Pesce per attaccare «un leader del terrorismo internazionale invitato in Italia dal governo Renzi», il capo del Likud appunto, atterrato da poche ore a Peretola e definito «massacratore di palestinesi e protettore dell’Isis». Persino gli immancabili attimi di tensione a fine presidio, con un manipolo di contestatori che ha tentato di trasformare un volantinaggio con flash mob in manifestazione e dirigersi al Duomo, aggirando i blocchi delle forze dell’ordine schierate nelle strade adiacenti, si è risolto senza colpo ferire in mezz’ora. Troppa la sproporzione tra le forze in campo: da una parte 70-80 persone, dall’altra centinaia di poliziotti e carabinieri. «Abbiamo più sigle che partecipanti» lamenta un manifestante. Sotto la Loggia del Pesce ci sono Rete dei Comunisti, Movimento di Lotta per la Casa, anarchici, collettivi universitari, centri sociali, il mondo dell’associazioni-smo, Firenze antifascista e antirazzista, Firenze per la Palestina. C’è chi indossa la kefiah e chi si avvolge nella bandiera palestinese, chi grida «Israele assassina» e chi «Intifada», chi srotola lo striscione «Netanyahu e Renzi amici per la guerra» e chi mostra la maglietta «Solidarietà per il popolo martire di Gaza». Alcune donne sistemano sui gradini della Loggia foto di bambini palestinesi uccisi dalle bombe israeliane. Immagini di morte e distruzione provenienti dalla Striscia, dai territori occupati, cui fanno da contraltare poco distante riproduzioni di vignette in cui alla stella di David s’associa la svastica. Lo stesso concetto è sui cartelli e sugli striscioni dei manifestanti: «Vittime ieri, carnefici oggi». Leo, 60 anni, uno degli organizzatori, non nasconde la delusione: «Peccato, d’altronde questo è periodo di ferie». Sono troppi i volantini ancora impilati negli zaini dei contestatori. Una di loro è talmente delusa che lo rinfaccia alla piazza stessa: «Ci vorrebbe più partecipazione, molta di più…». Al di là del flop dei numeri, però, non sono mancati momenti di forte impatto emotivo, come quando i manifestanti hanno vestito le tute bianche che la polizia israeliana fa indossare agli arrestati palestinesi. Tre donne e due uomini si sono inginocchiati per qualche minuto in mezzo alla strada, uno accanto all’altro, in religioso silenzio, il capo chino e le mani giunte. In un attimo quella laica, sofferta preghiera di pace si è diffusa in tutta la piazza. Ammutolendola.