20 Dicembre 2017

Ondata di vignette antisemite sui media arabi dopo la dichiarazione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump che riconosce Gerusalemme come capitale d’Israele

Fonte:

The Jerusalem Post

L’ondata di vignette antisemite viste nei media arabi dopo la mossa di Trump a Gerusalemme

L’Anti-Defamation League documenta una serie di vignette satiriche che suggeriscono il controllo ebraico e israeliano sulla politica americana

C’è stata un’ondata di vignette antisemite sui media arabi sulla scia della dichiarazione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump che riconosce Gerusalemme come capitale d’Israele, ha comunicato martedì l’Anti-Defamation League (ADL).

L’ADL ha affermato che la questione ha provocato un’ondata di “vignette editoriali che insinuano il dominio ebraico e israeliano degli Stati Uniti”.

L’ADL ha segnalato vignette su pubblicazioni in lingua araba in Egitto, Emirati Arabi Uniti, Oman e Iran. Spaziavano dal ritrarre Trump come un elefante da circo che mantiene in equilibrio il globo sulla sua proboscide al comando del suo addestratore israeliano, al primo ministro Benjamin Netanyahu che tira il braccio di un americano bendato che alza una bacchetta a forma di stella di David, a Trump che guida giù da un burrone un’auto contraddistinta da una stella di David.

Altre immagini raffiguravano la bandiera israeliana in cima al cappello a cilindro dello zio Sam, lo zio Sam che getta via il cappello per rivelare uno papalina ebraica e una figura ebraica che da all’americano un pollice in su appena dichiara Gerusalemme come la capitale di Israele.

“Queste vignette entrano in risonanza con un’antica tematica antisemita sul malefico potere ebraico presente nei Protocolli degli Anziani di Sion, un falso antisemita che sostiene che gli ebrei progettano di conquistare e dominare il mondo”, ha detto l’ADL nella sua dichiarazione.

In un discorso del 6 dicembre alla Casa Bianca, Trump ha sfidato gli avvertimenti mondiali e ha insistito sul fatto che, dopo ripetuti fallimenti nel raggiungere la pace, un nuovo approccio era atteso da tempo, che descrive la sua decisione di riconoscere Gerusalemme come sede del governo di Israele basata unicamente sulla realtà. Ha anche detto che l’ambasciata degli Stati Uniti si trasferirà da Tel Aviv a Gerusalemme, ma non ha dato una scadenza per il trasferimento.

Trump ha ribadito che non stava indicando i confini della sovranità israeliana nella città e non ha chiesto alcun cambiamento nello status quo nei siti santi della città.

L’annuncio è stato acclamato dal primo ministro Benjamin Netanyahu e dai leader di gran parte dello spettro politico israeliano. È stato criticato da molti paesi, condannato dal mondo arabo, e ha fatto infuriato i palestinesi, la cui leadership ha invocato “giorni di rabbia” che hanno portato a manifestazioni violente in Cisgiordania e al confine della Striscia di Gaza con Israele.