19 Maggio 2017

“Blue Whale” e teorie cospirative

Fonte:

Moked.it

Autore:

Gadi Luzzatto Voghera

…balene

La balena blu, il fantomatico “gioco” virtuale che avrebbe spinto al suicidio decine di ragazzini, è l’esempio perfetto di quel meccanismo del complotto segreto che ha attraversato buona parte della storia dell’Occidente fra Ottocento e Novecento. Un nemico invisibile ma ramificato, un meccanismo incomprensibile e nuovo, un progetto di epurazione e di dominio globale. Sono elementi semplici, che – se dichiarati “veri” – si autoconfermano e hanno una grande capacità di diffusione. Se poi si fanno girare due o tre messaggi dal carattere apparentemente diretto e intimo il gioco è fatto: “la figlia di un mio amico ci ha giocato”, “io so di un mio vicino che stava per morire proprio così ma si è salvato in tempo”, “ho visto un programma in cui dicevano…” semplici accenni a verità mai direttamente documentate ma credibili, un hashtag e qualche foto su internet. Ed ecco servito il complotto. Che in era di internet serve da motore per far veicolare messaggi pubblicitari e contatti di varia natura. In politica invece – con lo stesso meccanismo – crea il nemico virtuale ideale. Chi studia l’antisemitismo riconosce la struttura originaria di questo linguaggio e se può la smaschera. Ma si tratta di un meccanismo ad alta diffusione e la nostra è una società disorientata e credulona. I più, anche persone con un certo grado di cultura, ci cascano con entrambi i piedi e contribuiscono, loro malgrado, ad alimentare un meccanismo manipolatorio che sta alla base della propaganda politica moderna. Un meccanismo che nel passato è stato in grado di generare mostri.