30 Aprile 1985

Shoah (documentario 1985)

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È un documentario-inchiesta di 9 ore e mezzo che ha il ritmo, le immagini di una fiction e l’esattezza di un documentario storico rispettoso della realtà nei minimi particolari. Lanzmann, uno dei direttori della rivista parigina Les temps modernes, gli dedicò 12 anni di lavoro (350 ore di riprese, più di 5 anni per il montaggio). Fa parlare i luoghi dello sterminio, li risuscita attraverso le voci dei testimoni, dei sopravvissuti, vittime e carnefici, suggerendo l’indicibile attraverso i volti: “senza mai perdere la pazienza o smarrirsi nella pietà o esplodere nello sdegno, senza quasi mai rivelare commozione nell’ascoltare i racconti dei superstiti di Treblinka, o il disgusto nell’ascoltare quelli di un aguzzino delle SS o di un responsabile nazista nella Varsavia in cui gli ebrei del ghetto morivano di fame” (B. Valli). Il 16-10-2007 fu presentata dall’autore un’edizione italiana in 4 DVD e un libro con i dialoghi, prefazione di Simone de Beauvoir e scritti di Lanzmann. Nel 1985 fu distribuito a Parigi e in altre città francesi. A parlare di Treblinka, Auschwitz, Sobibor, Chelmno, Belzek e della burocrazia della morte sono i sopravvissuti che non stanno “rivivendo”, ma “rivivono ancora” quel che passarono. Nel vedere questo film, bello come un poema tragico, si tenga conto di Schiller secondo il quale le testimonianze individuali hanno un posto specifico nella Storia, ma da sole non bastano. In ebraico shoah sta per catastrofe, distruzione, mentre olocausto (dal greco holókauston, cosa completamente bruciata) significa sacrificio totale, completo, anche di sé stesso. Il 1° termine è più corretto del 2° per indicare i 6 milioni di ebrei eliminati prima e durante la guerra 1939-45.

ilMorandini, MyMovies.it