14 Aprile 2021

Presentazione del saggio di Milena Santerini La mente ostile. Forme dell’odio contemporaneo

Luogo:

Fondazione Corriere della Sera

Il nuovo libro di Milena Santerini “L’odio non è inevitabile”

È in libreria La mente ostile. Forme dell’odio contemporaneo (ed. Cortina), il nuovo saggio della professoressa Milena Santerini, dal gennaio del 2020 coordinatrice nazionale nella lotta contro l’antisemitismo.

Il volume sarà presentato questo pomeriggio alle 18, nel corso di un evento online organizzato dalla Fondazione Corriere della sera cui interverranno, oltre all’autrice, l’ex direttore del quotidiano Ferruccio De Bortoli, la presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni, il direttore dell’Unar Triantafillos Loukarelis, l’arcivescovo di Bologna Matteo Maria Zuppi.

Per gentile concessione dell’autrice ve ne proponiamo un brano.

L’odio sembra una realtà dominante nella storia dell’umanità e nel mondo globale, diviso e polarizzato. Il noi si contrappone ad un loro, percepiti non come singoli individui, ma come un gruppo nemico verso cui si nutre pregiudizio e intolleranza: stranieri, ebrei, rom, donne, musulmani, omosessuali, persone fragili… Ma la nostra mente è per natura ostile? Il cervello è irrimediabilmente programmato per l’odio? Anche se meccanismi automatici e inconsci spingono gli esseri umani a percepire con paura le diversità, le neuroscienze attuali descrivono menti empatiche, che si rispecchiano e si identificano con l’altro in modo innato. In realtà, sono le politiche dell’odio che costruiscono il nemico e ci manipolano, creando una vera e propria macchina del linguaggio ostile – dagli haters ai troll – che ha trovato il suo habitat ideale in Internet. Sappiamo come la stessa definizione di “hate speech” sia sfuggente, ma allo stesso tempo – proprio in quanto arcipelago di fenomeni diversi – diventi particolarmente adatto a prosperare e proliferare in forma liquida, in un ambiente altrettanto fluido. Sono ormai dilaganti forme di aggressività e ostilità destrutturate, banalizzate e popolari, in apparenza non ideologiche ma non per questo meno pericolose. Il confine tra libertà d’espressione e violenza è davvero sottile: la tolleranza o l’indifferenza verso la penetrazione di parole ostili può avere conseguenze devastanti, sia nella vita privata di persone scelte come vittime, sia nel caso del supporto fornito da alcuni siti al terrorismo di matrice islamica o al sovranismo bianco di stampo razzista.

Le folle emotive rincorrono fake news e complottismi, le posizioni si polarizzano, la violenza può diventare estrema. Mutano continuamente le forme di odio collettivo: il razzismo da biologico diventa culturale, l’antisemitismo subisce pericolose metamorfosi, cambia l’aggressività contro le donne. In questo panorama, l’antisemitismo può sembrare “un odio come un altro” ma non è così. In un certo senso, l’impronta demonologica dell’ostilità contro gli ebrei fa da matrice a tutte le altre, rappresenta un archetipo di odio che si ripete nel tempo. Ecco allora il carattere del tutto anomalo, irrazionale e incoerente dell’antisemitismo (emerso pienamente nel caso della pandemia da Coronavirus), le somiglianze ma anche le differenze con il razzismo. Mentre in quest’ultimo si manifesta un’ostilità generica e indistinta contro tutti gli “inferiori”, qui si individua un gruppo particolare come bersaglio. Georges Bensoussan ha osservato che mentre il razzismo si nutre di xenofobia, disprezzo e odio, e sfocia nell’emarginazione, l’antisemitismo si nutre di una problematica demonologica e sterminatrice. L’aspetto cospiratorio diventa strutturale, tanto che viene ripetuto in forme moderne, in particolare oggi con i complottismi tipici di sette come QAnon. La continuità storica di questo fenomeno lo rende unico rispetto alle altre forme di ostilità.

Allo stesso tempo, contrastare l’antisemitismo e fare memoria della Shoah come apice dell’odio porta a difendere tutte le altre vittime della storia. Non si tratta di creare confusione o togliere priorità, bensì di trarre dalla più terribile lezione dell’umanità motivo per difendere le sofferenze di tutti gli altri gruppi oppressi.

Le evoluzioni di questi fenomeni vanno descritte e analizzate non per compiacersi o per interesse morboso. Anzi, in un mondo in cui sembra ancora prevalere il pregiudizio emotivo, bisogna credere che odio, aggressività e reazioni ostili non sono inevitabili: anzi, è possibile contrastare il disimpegno morale e riscoprire il senso di un destino comune.

Milena Santerini – La mente ostile. Forme dell’odio contemporaneo, Cortina 2021.