21 Marzo 2024

Una lettera aperta al Presidente del Consiglio e al Ministro per l’Università e la Ricerca

Allarme antisemitismo nelle università italiane: una lettera aperta al premier e al Ministro per l’Università

Una lettera aperta al Presidente del Consiglio e al Ministro per l’Università e la Ricerca, promossa dall’Associazione Setteottobre e firmata da oltre 140 universitari, esprime un gravissimo allarme per gli episodi di antisemitismo che costellano, dal 7 ottobre in poi, la vita delle università italiane. Dopo la parola negata a due giornalisti ebrei, alla Sapienza di Roma e alla Federico II di Napoli (nella foto manifestanti contro la partecipazione di Molinari), la decisione dell’Università di Torino di non partecipare al bando di collaborazione scientifica con gli atenei israeliani, a seguito dell’irruzione squadrista di un manipolo di studenti durante la seduta del Senato accademico, “è l’ennesimo esempio di una deriva antisemita e antisraeliana che mina la libertà della vita accademica, la sicurezza di studenti e docenti di origine ebraica, il libero e corretto svolgimento delle attività scientifiche e di ricerca”, dichiara il presidente di Setteottobre, Stefano Parisi.

“Proprio perché rispettiamo il valore dell’autonomia dell’Università – spiega Parisi – non possiamo pensare che diventi normale e accettabile assistere alla violazione di elementari diritti di espressione, mentre l’antisemitismo cerca goffamente di travestirsi da libere decisioni accademiche. La politica e le istituzioni, i rettori, i docenti devono opporsi con fermezza – conclude il presidente di Setteottobre – alla deriva autoritaria e antisemita delle Università italiane, nel rispetto dei principi democratici che devono valere per tutti e che invece oggi vediamo negati agli ebrei e a chi sostiene il diritto di Israele a difendersi”.

Il testo della lettera

La decisione del Senato accademico dell’Università di Torino di sospendere la partecipazione al bando del Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione Internazionale relativo agli scambi con le Università israeliane è un atto gravissimo, diretta conseguenza del clima di intimidazione antisemita di cui si stanno moltiplicando gli esempi nelle Università italiane dopo il 7 ottobre, cioè dopo uno dei più spaventosi attacchi terroristici avvenuti nel Dopoguerra.

Alla Sapienza di Roma e alla Federico II di Napoli, nelle scorse settimane, è stata negata la parola a due giornalisti perché ebrei, mentre sui muri dell’Università di Cagliari sono comparse liste di denuncia contro i docenti colpevoli di essersi opposti a quel boicottaggio che ieri l’Università in cui si laureò Primo Levi ha incredibilmente accettato.

Per la prima volta nel nostro paese un’istituzione accademica si piega al diktat di un manipolo di studenti che, riferendosi a Israele, usano la stessa definizione cara agli ayatollah iraniani: “entità sionista”.

Vediamo riprodursi nelle nostre Università una delle pagine più vergognose della nostra storia: la discriminazione antisemita stavolta è travestita da libera decisione accademica, mentre è evidente il carattere violento di questo e di altri episodi che causano tra gli studenti e i docenti di origine ebraica, ma anche tra tutti coloro che hanno a cuore la libertà e la democrazia, una forte preoccupazione per la loro stessa incolumità.

Ci aspettiamo dal Presidente del Consiglio e dal Ministro per L’Università e la Ricerca una forte e determinata presa di posizione contro l’antisemitismo che sta prendendo piede nelle nostre Università.