4 Marzo 2024

Svizzera, riflessioni sulla crescita dell’antisemitismo dopo il 7 ottobre

ZURIGO – Sta meglio vittima aggressione antisemita
L’aggressore affiliato all’Isis. Al Qaeda torna a parlare di Gaza

Sabato sera, intorno alle 21:30, in una zona del distretto 2 di Zurigo, all’incrocio tra Brandschenkestrasse e Selnaustrasse, un ebreo è stato brutalmente aggredito per strada da un giovane, riportando gravi ferite. L’evento ha scosso profondamente l’opinione pubblica. La vittima, un uomo di 50 anni, è attualmente ricoverata in ospedale. “Siamo lieti di annunciare che le condizioni della vittima non sono più critiche”, ha affermato lunedì mattina Jonathan Kreutner, segretario generale dell’Associazione svizzera delle comunità ebraiche (Sig), in risposta a una richiesta di commento da parte dell’agenzia di stampa Keystone-SDA. Tuttavia, l’uomo rimarrà sotto osservazione ancora per qualche giorno.
Chi è l’autore dell’attacco? Secondo quanto riportato dalla rivista “Weltwoche”, si tratta di un quindicenne naturalizzato svizzero con origini tunisine che si sospetta si sia radicalizzato nella Confederazione elvetica. Nel paese non mancano certo le moschee gestite da estremisti e i circoli dove si predica l’odio contro l’Occidente e contro gli ebrei, senza dimenticare come sia facilissimo accedere online alle piattaforme digitali gestite dall’Isis, al-Qaeda, Hamas e moltissimi altri.
L’ondata di antisemitismo seguita al pogrom antiebraico del 7 ottobre sta assumendo dimensioni allarmanti. La notte scorsa una serie di canali gestiti da simpatizzanti dello Stato islamico hanno pubblicato alcuni video che mostrano l’aggressione di sabato sera. In uno si vede l’adolescente, che si identifica come Ahmed al-Dabbah, giurare fedeltà all’Isis esattamente come hanno fatto nel recente passato tutti i cosiddetti “lupi solitari” (che alla fine non sono mai da soli), scagliatisi contro cittadini inermi in Francia, Germania, Belgio solo per citare alcuni casi. Il ragazzo nella sua rivendicazione parla di ‘blasfemia’ e poi fedeltà allo Stato islamico. Nel video, al-Dabbah aggiunge di “di aver pianificato di attaccare una sinagoga e di volere uccidere il maggior numero possibile di ebrei di scendere in piazza e massacrare tutti i non credenti”. Dallo scoppio della guerra nella Striscia di Gaza sulle sue piattaforme ufficiali l’Isis ha mantenuto un atteggiamento molto prudente evitando di glorificare le azioni di Hamas che di fatto è un suo nemico. Tuttavia, come già in passato, ha chiesto ai suoi supporter di “uccidere gli ebrei ovunque si trovino e con qualsiasi mezzo”. Lo stesso ha fatto al-Qaeda, che della questione palestinese fin dai tempi di Osama bin Laden e del suo successore Ayaman al-Zawahiri, ha fatto un elemento centrale della sua propaganda online senza mai sostenere Hamas. Tutto è cambiato qualche giorno fa: Il 15 febbraio 2024, Al-Sahab, il media ufficiale del comando centrale di al-Qaeda, ha pubblicato un saggio di dieci pagine intitolato “Questa è Gaza: i giorni del cessate il fuoco e la Palestina negli ultimi 75 anni fino ad oggi”. Si tratta del quinto di una serie di saggi pubblicati dallo scoppio della guerra tra Israele e Hamas attribuito a Salem Al-Sharif, qui indicato anche come Muhammad Salah Al-Din Zaydan, il vero nome del leader senior di Al-Qaeda noto come Sayf Al-’Adl (Spada della Giustizia). Da quando Al-Zawahiri è stato ucciso in un attacco aereo statunitense a Kabul nel luglio 2022, si ritiene che Sayf Al-’Adl gestisca l’organizzazione dall’Iran, nonostante Al-Qaeda non abbia mai ufficialmente confermato la morte di Ayman al- Zawahiri né la sua successione da parte di Sayf Al-’Adl.