8 Luglio 2025

Solidarietà della Comunità Ebraica al gruppo Keshet contestato al Pride di Napoli

Fonte:

Gazzetta di Napoli

Autore:

Consiglio della Comunità Ebraica di Napoli

La Comunità Ebraica di Napoli esprime grande solidarietà ai rappresentanti dell’associazione Keshet Italia – Gruppo Ebraico lgbtqai+ che a Napoli, in occasione del Gay Pride del 5 luglio scorso, è stato oggetto, nel corso del suo intervento dal palco, di una violenta contestazione verbale da parte di un gruppo di manifestanti che sventolavano bandiere palestinesi.

Le immagini in circolazione sul web mostrano quanto quel gruppo rumoroso fosse in realtà una sparuta minoranza rispetto alla folla che riempiva Piazza Dante, scelta per la manifestazione, e bene ha fatto il rappresentante di Keshet Italia, Raffaele Sabadini, a rimarcare che la sua associazione è formata da Ebrei italiani che vogliono la pace, senza lasciarsi intimidire  dalle urla, dai cori “Palestina libera” e dagli oggetti lanciati sul palco da parte del gruppuscolo di provocatori.

A quanto ci risulta, Napoli è stata forse l’unica città italiana in cui il gruppo Keshet Italia abbia potuto parlare dal palco nel corso di un “Pride” e questo dimostra che la città è molto più aperta, accogliente e disponibile all’ascolto di quanto potrebbe far pensare quel ridotto numero di squadristi filopalestinesi che non perdono occasione in città per tentare di imporre le loro opinioni con atteggiamenti intimidatori e, almeno per ora, solo verbalmente violenti.

Ma oltre alla cagnara messa in atto dai manifestanti propal, provoca altresì sconcerto l’intervento del rappresentante di Nuovi diritti CGIL Napoli e Campania, tale Mario Zazzaro, che, dopo aver deriso l’associazione Keshet Italia per il suo nome, seguendo la ben nota tecnica di delegittimare qualcuno che si vuole escludere dal contesto sociale, ha messo in discussione il suo diritto ad intervenire, condizionandone la parola alla presa di distanza dal governo di Israele.

Quanto accaduto riveste particolare gravità visto che la CGIL, che è il più grande sindacato italiano, sembra aver dimenticato che in Italia i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

E questo non siamo noi a sostenerlo ma l’articolo 3 della Costituzione della Repubblica Italiana.

Il Consiglio della Comunità Ebraica di Napoli