13 Ottobre 2016

Sedi del partito Movimento Fascismo e Libertà in provincia di Brescia

Fonte:

Italia Oggi

Autore:

Gaetano Costa

A Brescia ritornano i fascisti

Il Pd si rivolge ad Alfano per bloccarli sul nascere

Tornano i fascisti. Nel 2016. «La differenza fra il fascismo e l’odierno regime messo in piedi dalle baionette straniere nel 1945 consiste nell’onestà: il fascismo era totalitario apertamente e vietava la propaganda contraria al regime, ma puniva gli oppositori mandandoli al confino in territori che, oggi, ospitano a caro prezzo i turisti danarosi. Non c’era il divieto di pensare, ma solo quello di manifestare pubblicamente certi pensieri». A più di 70 anni dalla caduta di Benito Mussolini, in provincia di Brescia è nato il Movimento fascismo e libertà-Partito socialista nazionale (Mfl). Il movimento conta già tre presidi, l’ultimo inaugurato pochi giorni fa a Chiari, dove i nuovi camerati hanno annunciato di volersi candidare alle amministrative del 2019. Lo sbarco dei neofascisti nel comune bresciano ha scatenato la reazione del Pd, il partito del sindaco, Massimo Vizzardi, e del primo cittadino di Brescia, Emilio Del Bono. I dem, tramite il deputato Luigi Lacquaniti, hanno presentato un’interrogazione parlamentare al ministro dell’Interno, Angelino Alfano, per fermare il «partito della nostalgia. Non permetteremo che Mfl attecchisca nella nostra provincia». I neofascisti, sul sito www. fascismoeliberta.info, illustrano le loro iniziative e chiamano a raccolta i potenziali iscritti. Il segretario nazionale, Carlo Gariglio, ha spiegato al Corriere di Brescia che il movimento s’ispira «a ciò che ha fatto di buono il fascismo in ambito sociale. Non siamo razzisti, omofobi o violenti: vogliamo solo cambiare Chiari in meglio candidandoci alle prossime elezioni comunali». «Fascismo è libertà di vivere una vita dignitosa», ha proseguito Gariglio, «di possedere una casa non tassata e senza essere usurato dai mutui bancari, di lavorare senza essere trattati come bestie dai ricchi imprenditori borghesi, di avere un’assistenza sociosanitaria che, oggi, ci possiamo sognare, di uscire di casa senza essere aggrediti e derubati dalla feccia di ogni colore e nazionalità che impera nelle nostre città, di lasciare le nostre case incustodite senza trovarle occupate o svuotate di tutto». Per i parlamentari del Pd, si tratta di apologia al fascismo. «Mfl è un partito chiaramente anticostituzionale, che fa esplicito riferimento a ideali della Repubblica sociale italiana, come il corporativismo, la socializzazione dell’economia, la fiscalità monetaria e il nazionalismo», hanno sottolineato Franco Bordo, Gregorio Gitti e Mario Sberna, che hanno firmato l’interrogazione presentata da Lacquaniti. «La Costituzione recita: è vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista. La legge sanziona chiunque faccia propaganda per la ricostituzione di un movimento o di un gruppo avente le caratteristiche e perseguente finalità del partito fascista, e chiunque, pubblicamente, esalti esponenti, princìpi, fatti o metodi del fascismo». «Non si può far passare per libertà d’opinione l’intenzione di ricostituire un partito che cancellò tutte le altre libertà, portando il Paese alla dittatura e al disastro della guerra», hanno aggiunto i deputati dem. I quali hanno confermato di essersi rivolti ad Alfano «per sapere se non ritenga d’imporre la chiusura delle sedi di Mfl già aperte, il divieto di aprirne altre e la cessazione di ogni attività politica presente e futura» del movimento che, nel 2016, ha riportato i fascisti a Brescia.