9 Ottobre 2022

Riflessione della Presidente UCEI sui quarant’anni dell’attentato alla Sinagoga di Roma

La riflessione della Presidente UCEI

Nove ottobre, verità e coerenza

La giornata dedicata al ricordo dell’attentato avvenuto a Roma il 9 ottobre di quarant’anni fa deve diventare un monito assolutamente lapidario di cosa significava allora odio antisemita e di come prosegue oggi. Il terrorismo non dialoga e non cerca pace, né cura il bene dei propri figli.

Dentro Israele ogni giorno, e ancora questa notte, è esplicita la catena generazionale dell’odio antiebraico per mano di singoli o di gruppi, con decine di atti a settimana, di cui piangiamo le vittime, che ricordiamo nome per nome assieme ai caduti nelle guerre. Da Gerusalemme l’ombra degli attentati non è storia né memoria, ma realtà che minaccia e uccide. Nessun Stato europeo responsabile può ignorare le radici di questo odio né sottrarsi a quanto accade sul proprio territorio.

Nelle nostre comunità – in Europa e altrove – l’odio e la demonizzazione di Israele si propongono come ragione di attacchi, boicottaggio e discriminazione. È accaduto quarant’anni fa, accade ancora oggi, mentre ricordiamo il piccolo Stefano Z.l e la giovane Noa Lazar Z.l. La pretesa di verità e di coerenza è corale di tutto l’ebraismo italiano assieme alle istituzioni israeliane ed è rivolta verso le istituzioni italiane affinché si attivino per chiarire il passato e per assicurare con coerenza politica e legislativa ogni argine all’antisemitismo.

Ci avviamo verso la festa di Sukkot, che si focalizza sul concetto della precarietà. Anche la sicurezza soggiace a questa regola di incertezza – ci siamo abituati ma non per questo l’accetteremo come condizione sostenibile. Mai minacce e sicurezza precaria saranno legittimate.