6 Ottobre 2018

Riconfermato l’invito a Roberto Matatia per la presentazione del suo intervento dedicato all’80esimo anniversario della promulgazione delle leggi razziste

Fonte:

Corriere del Mezzogiorno Bari e Puglia

Autore:

Luca Pernice

Al liceo di Torremaggiore il «tabù» leggi razziali divide professori e genitori

L’invito allo scrittore Roberto Matatia è stato formulato, poi cancellato e infine riconfermato

Torremaggiore. Invitato a parlare delle leggi razziali e del suo ultimo libro. Invito ritirato e poi nuovamente inoltrato. E’ la cronaca di quanto accaduto nelle ultime ore a Torremaggiore, al liceo classico Fiani-Leccisotti dove era stato invitato lo scrittore di origini ebree Roberto Matatia per parlare con gli studenti in occasione dell’80esimo anniversario della promulgazione delle leggi razziali. Una storia che, in poche ore, si è spostata sui social alimentando polemiche e commenti tanto che il diretto protagonista, al Corriere del Mezzogiorno, ha preferito non commentare ulteriormente anche perché, come ha scritto sul suo profilo Facebook, dopo aver ricevuto una nota ufficiale dalla scuola foggiana ha deciso «di considerare chiuso l’incidente». Roberto Matatia, imprenditore tessile di Faenza di origini ebree, nel 2014 ha pubblicato I vicini scomodi. Storia di un ebreo di provincia, di sua moglie e dei suoi tre figli negli anni del fascismo, un libro autobiografico sulla sua famiglia. Da allora va in giro a raccontare, anche nelle scuole, la sua testimonianza. Così è accaduto anche per l’istituto di Torremaggiore. Una docente l’ha contattato chiedendogli la sua disponibilità ad un incontro con gli studenti del Fiani-Leccisotti per parlare della sua famiglia e delle leggi razziali. Invito che ha accettato. «Dopo qualche giorno, però – come lo stesso Matatia ha spiegato al sito ufficiale della Comunità Ebraica di Milano – non avendo più notizie, ho chiamato la docente che, con profondo imbarazzo, mi ha detto che l’iniziativa, che pure aveva ricevuto il plauso del preside, era stata rifiutata da altri docenti perché, a dir loro, invitare a relazionare un ebreo è una scelta politica e, a scuola, non si fa politica. E fascismo — mi ha detto la docente —, pura nostalgia del fascismo e di tutto quello che si riteneva andasse bene in un’epoca di dittatura e a cui la Costituzione ha posto fine. Lei stessa, perla sua proposta è stata tacciata di essere comunista. Tutto ciò è totalmente assurdo e soprattutto preoccupante». «Non abbiamo mai ipotizzato di ritirare l’invito a Matatia»: è la prima cosa che ci riferisce il dirigente scolastico del liceo classico Giancarlo Lamedica che abbiamo incontrato nel suo ufficio, ieri mattina. Nel corridoio della scuola di Torremaggiore, tra studenti che escono ed entrano dalle aule, c’erano anche diversi docenti che ci hanno chiesto di chiarire la vicenda «perché — hanno tenuto a dire — qui non c’è alcun fascismo e abbiamo sempre parlato apertamente di tutte le vicende». «Mi dissocio — ha chiarito il dirigente scolastico — da qualunque episodio che involontariamente abbia in qualche modo offeso e strumentalizzato il notevole valore umano, storico e culturale della testimonianza di Matatia e del suo impegno civile». Il professor Lamedica ci ha poi spiegato che c’è stato un fraintendimento perché si era nella fase della programmazione della visita nella scuola dello scrittore, e l’invito non era stato ancora formalizzato. «Le scuole — ci chiarisce — devono organizzare, discutere le proposte e fare una valutazione delle spese. E, comunque, poco fa ho telefonato personalmente a Matatia invitandolo a parlare delle leggi razziali nella nostra scuola. Ha accettato. Dunque nessun caso. Solo un equivoco». Sarà ma «quel mi dissocio da qualunque episodio», espresso dal dirigente scolastico anche in una nota ufficiale della scuola, lascia intendere che qualcosa ci sia, invece, stata. Che qualche docente abbia realmente sollevato qualche obiezione all’incontro con lo scrittore ebreo. Anche se, come lo stesso Matatia ha chiarito: «l’incidente è chiuso». Parteciperà all’incontro con gli studenti per parlare delle leggi razziali. «Non conosco nel dettaglio la vicenda — commenta con il Corriere il sindaco di Torremaggiore Pasquale Monteleone, alla guida di un’amministrazione di pure liste civiche — ma conosco, molto bene, quel liceo per aver condiviso con i suoi studenti e docenti diverse manifestazioni legate a tragedie come quella della Shoah. Anche io credo che si sia trattato di un equivoco. Prendo atto della nota ufficiale della scuola e dell’invito reiterato a Matatia e, quando questa iniziativa si svolgerà, non farò mancare la mia presenza». Intanto è arrivato l’invito ufficiale del sindaco di Carapelle, Umberto Di Michele, a presentare in Comune il suo libro. «Sarebbe splendido — ha detto il primo cittadino – poter condividere con lui e con i ragazzi delle scuole carapellesi e, perché no, anche dei Comuni limitrofi, questa triste pagina di storia, che per le generazioni che non hanno conosciuto il fascismo e la shoah potrebbe essere un insegnamento fondamentale». Invito accettato dallo scrittore.