23 Gennaio 2017

Quarto rilievo sulla percezione degli italiani nei confronti della Memoria curato dall’ istituto di ricerche SWG con il contributo della redazione giornalistica dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane

Fonte:

Moked.it

Autore:

Guido Vitale

Memoria – La quarta ricerca Swg

Valori da difendere e valori minacciati

La Memoria della Shoah costituisce un patrimonio inestimabile a presidio della società democratica, aperta e progredita in cui vogliamo vivere. Non si tratta di un valore caro solo agli ebrei italiani. Si tratta di un valore che potrà sopravvivere e dispiegare tutta la sua forza solo se condiviso dall’intera società italiana.

E la società italiana risponde, partecipa, condivide, si impegna a volte lasciando testimonianze di enorme significato. Basti pensare all’enorme interesse e all’entusiastica partecipazione che ha suscitato la prima edizione della maratona Run for Mem, che ha portato moltissimi cittadini a correre insieme, a prescindere dalle origini culturali, etniche e religiose, verso il futuro della Memoria e verso una Memoria partecipata e condivisa, una Memoria viva.

Ma non tutta la società italiana si muove coerentemente in questo senso, e i dati contenuti nel quarto rilievo sulla percezione degli italiani nei confronti della Memoria curato dal prestigioso istituto di ricerche SWG con il contributo della redazione giornalistica dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, mettono in luce e confermano evoluzioni preoccupanti su cui sarebbe bene tenere desta l’attenzione.

In una prima anticipazione del rapporto appena concluso, che fa riferimento al sentimento degli italiani nel gennaio 2017, e che sarà illustrato nei dettagli sul prossimo numero del giornale dell’ebraismo italiano Pagine Ebraiche, si trova la conferma che il valore della Memoria è ben consolidato nella società italiana, ma anche, al tempo stesso, che si tratta di un valore minacciato da inquietanti nuovi orientamenti.

L’indagine fa riferimento ai dati raccolti dall’Istituto di ricerca nel quadriennio 2014-2017 su campioni rappresentativi attraverso rivelazioni realizzate mediante collegamento telematico (metodologia Cawi) effettuate fra il 12 e il 22 gennaio di ogni anno. La stagionalità dei rilievi è determinata dall’intento di ascoltare i segnali che provengono dall’opinione pubblica nei giorni in cui si ritiene sia maggiormente esposta alla produzione culturale, educativa e informativa riguardo al Giorno della Memoria. I campioni sono stati composti di anno in anno da un numero variabile dai 1000 ai 1200 soggetti rappresentativi della popolazione italiana. Le domande sono state inserite all’interno di indagini più ampie che comprendevano anche altre tematiche di tipo sociale, politico e di costume.

“Obiettivo generale dell’iniziativa – specifica SWG – è produrre un monitoraggio annuale della percezione che gli italiani hanno del fenomeno, verificandone la conoscenza spontanea e sollecitata, la percezione di rilevanza e il grado di coinvolgimento”.

Il dato maggiormente inquietante, fra i tanti che la ricerca comprende, è il raddoppio in quattro anni degli italiani manifestamente ostili al lavoro sulla Memoria stabilito dalla legge dello Stato. Ad affermare che “Il Giorno della Memoria “non serve più a nulla” era l’11 per cento della popolazione nel 2014 e sarebbe il 23 per cento nel 2017. Si tratta di un fenomeno inquietante e purtroppo da prendere molto sul serio, costantemente in crescita e costantemente confermato da quattro anni di rilievi. Un’espressione che va ben al di là dello scetticismo generico, ma che rappresenta una forma di ostilità alla cultura e alla coscienza della Storia e della Giustizia capace di coinvolgere quasi un quarto della pubblica opinione.

Certo, resta una larga maggioranza di cittadini che non condivide affermazioni del genere, ma accontentarsi di un tanto sarebbe molto pericoloso. La velocità e l’ampiezza della progressione, infatti, parlano chiaro e non sono rassicuranti.

Un segnale che deve essere preso in carico dalle istituzioni, ebraiche e non ebraiche, deve essere tenuto costantemente presente da chi lavora sul fronte dell’educazione, della ricerca storica e della Memoria. E un segnale che pone tutti i cittadini consapevoli di fronte alla scelta chiara riguardo alla società futura in cui vogliamo vivere.

Oggi più che mai combattere per affermare ogni giorno la Memoria viva, per lanciare la Memoria verso il futuro con lo stesso slancio con cui un gruppo di bambini ha aperto nelle scorse ore a Roma la grande marcia Run for Mem, è una sfida che, ebrei o non ebrei non fa differenza, accomuna tutti i cittadini di buona volontà. Correre uniti verso il futuro e riaffermare ogni giorno la Memoria viva è la sfida ineludibile che questi tempi hanno marcato su ogni pagina della nostra agenda.

(In blu i dati raccolti dall’Istituto SWG nel 2014, in rosso nel 2015, in verde nel 2016 e in viola in questo mese di gennaio 2017).