27 Novembre 2012

Perché ci serve il reato di negazionismo

Fonte:

L’Huffington Post - www.huffingtonpost.it

Autore:

Stefano Gatti

Il 16 ottobre scorso presso la sala stampa del Senato ha avuto luogo una conferenza stampa di presentazione del Disegno di Legge per contrastare il negazionismo promosso dalla senatrice del PD Silvana Amati. Il DDL prevede: “la reclusione fino a 3 anni per chiunque, con comportamenti idonei a turbare l’ordine pubblico o che costituiscano minaccia, offesa o ingiuria, fa apologia dei crimini di genocidio, dei crimini contro l’umanità e dei crimini di guerra, come definiti dagli articoli 6, 7 e 8 dello Statuto della Corte penale internazionale, ovvero nega la realtà, la dimensione o il carattere genocida degli stessi”.

L’iniziativa legislativa è stata sottoscritta da 97 senatori appartenenti a tutti i principali partiti politici, si ispira alla decisione quadro 913 del 2008 introdotta dall’Unione Europea, e nella sua forma ricalca le leggi anti-negazionismo presenti in 18 paesi: Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Francia, Germania, Israele, Liechtenstein, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Polonia, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svizzera ed Ungheria. Il primo paese a dotarsi di una legge contro la negazione della Shoah fu l’Austria nel 1945, l’ultimo l’Ungheria nel 2010. Nel gennaio del 2007 l’assemblea generale dell’ONU ha votato una risoluzione contro la negazione del genocido antiebraico in cui si invitano gli stati membri delle Nazioni Unite a contrastare senza indugio questo fenomeno.

Cos’è il negazionismo

Il termine negazionismo indica il tentativo condotto da pseudo storici e divulgatori di vario genere – che si autodefiniscono revisionisti – di negare che la Shoah abbia mai avuto luogo, ovvero di dimostrare che, anche se degli ebrei sono morti nel corso del secondo conflitto mondiale, il loro numero sarebbe stato assolutamente inferiore a quello accertato dalla storiografia ufficiale.

Quest’ultima, viene definita dai negazionisti olocaustica o sterminazionista.

L’ideologia negazionista si compone di quattro elementi:

1) nega che il regime hitleriano abbia pianificato lo sterminare gli ebrei,

2) nega l’utilizzo omicida delle camere a gas,

3) riduce il numero degli ebrei uccisi nei lager a basse proporzioni, spesso attribuendone la morte a malattie contratte nei campi o ad ‘eventi correlati alla guerra’.

Da ciò ne deriva che

4) la Shoah viene fatta entrare nel paradigma cospirativista configurandosi come una gigantesca truffa ordita dagli ebrei/sionisti per estorcere denaro colpevolizzando le nazioni occidentali, Germania in primis, e soprattutto per legittimare l’esistenza e le politiche dello stato di Israele .

Gli studiosi hanno iniziato a privilegiare l’impiego del termine negazionismo al posto di revisionismo a partire dal 1987 su ispirazione dello storico francese Henry Rousso, questo perché negazionismo rispetto a revisionismo sino a quel tempo abitualmente usato, spiega più compiutamente il fatto che questo sistema di pensiero rientra in una dimensione ideologica e non è un procedimento scientifico.

Il negazionismo si colloca all’interno di una costellazione ideologica “giudeocentrica”, cioè una lettura dei fatti storici che vede sempre gli ebrei come motore degli avvenimenti.

Come è stato sottolineato dalla professoressa Dina Porat, direttrice del Kantor Center dell’università di Tel-Aviv, il negazionismo diviene anche una forma di istigazione all’odio perché se la Shoah – come sostengono i negazionisti – è una truffa architettata dalla ‘Israel Lobby’ per poter tenere sotto scacco il mondo, allora ‘reagire’ a questo inganno si appalesa come un’azione auspicabile, giusta e financo antirazzista.

La storiografia non ha mai riconosciuto nel negazionismo un interlocutore credibile, ed anzi lo vede come un discorso antiebraico che recupera e rielabora paradigmi antisemiti di fine Ottocento inizi Novecento. I negazionisti presentano le loro tesi come ‘scientifiche’ e prive di finalità politico-ideologiche, così come facevano certi antisemiti di un secolo fa che declinavano le loro dottrine antisemitiche in forma di scienze naturali .

La pubblicistica negazionista comincia a diffondersi nel 1948 in Francia, ed il testo che origina questa corrente è Nuremberg ou la terre promise dell’intellettuale collaborazionista Maurice Bardèche, edito per la prima volta in Italia nel 1949 per i tipi di Longanesi con il titolo I servi della democrazia.

Il negazionismo comincia però ad imporsi solo dalla prima metà degli anni ’60, il gestore dell’operazione internazionale è Johannes Von Leers,braccio destro di Goebbels poi rifugiatosi nell’Egitto di Nasser e convertitosi all’Islam con il nome di Umar Amin, ed il ‘profeta’ è il pacifista francese Paul Rassinier, ex detenuto in lager nazisti ed autore de Le Drame des Juifs européens, considerato dai negazionisti il fondatore della corrente.

Negazionismo nel mondo

Il movimento negazionista è diventato un fenomeno globale e costituisce un perfetto esempio di come la globalizzazione abbia influenzato l’estremismo. Il negazionismo ha sempre tentato di darsi una prospettiva internazionale, ma solo certi recenti sviluppi del Web ed alcune politiche promosse dai regimi islamisti gliel’hanno garantita.

Se nella maggior parte dei paesi le tesi negazioniste vengono osteggiate ed addirittura , in diciotto, contrastate con leggi ad hoc, nel mondo arabo islamico il discorso negazionista è diventato uno dei discorsi principali all’interno dell’archivio antisemitico e s’è integrato nel dibattito politico e pubblico.

Il negazionismo di matrice islamica è sempre connesso all’antisionismo, nega o sminuisce grandemente la Shoah e sostiene che il ‘vero olocausto’ sia quello subito dagli arabo-musulmani in generale ed i palestinesi in particolare.

Il13 maggio 2001ad Amman in Giordania, s’è svolta la prima conferenza negazionista con la partecipazione dei più autorevoli esponenti del negazionismo internazionale, però è solo in seguito alle politiche dell’Iran degli ayatollah che la negazione della Shoah è stata legittimata ed in taluni casi istituzionalizzata.

E’ del dicembre 2005 la prima dichiarazione negazionista del presidente Ahmadinejad, cui è seguita nel dicembre 2006 a Teheran la conferenza “Rivedere l’Olocausto: una questione globale”.

Un esempio dell’approccio negazionista iraniano lo si può cogliere anche attraverso il sito italiano della radio ufficiale iraniana IRIB.

Recentemente il tema del negazionismo ha fatto irruzione anche nell’agenda politica europea, in seguito ai successi elettorali dei partiti di estrema destra Alba Dorata in Grecia e di Jobbik in Ungheria.

Negazionismo in Italia

Il negazionismo italiano s’è sviluppato negli anni ‘80 in settori della destra radicale ed in alcuni ambienti dell’estrema sinistra più impegnati nella polemica ‘antisionista’, ed i primi articoli di stampo negazionista sono stati pubblicati a firma Carlo Mattogno sul quindicinale neofascista Il Candido diretto dal giornalista e senatore del Movimento Sociale Italiano Giorgio Pisanò .

La polemica negazionista viene oggi promossa da sette case editrici vicine alla destra radicale, al cattolicesimo integralista, e all’estrema sinistra, da due periodici ed un quotidiano.

Sino a pochi anni fa però questa saggistica si trovava solo nelle librerie di settore, 3 o 4 in tutta Italia, mentre oggi è facilmente reperibile anche nelle librerie normali e , soprattutto, in quelle virtuali.

E’ solo negli ultimi anni però che il negazionismo è uscito dall’ombra, e ciò grazie soprattutto all’introduzione di nuove applicazioni Web . In Italia sono ormai una trentina gli spazi online di ispirazione negazionista, ma pages negazioniste sono presenti praticamente in tutti i circa cento siti dedicati alla polemica antisemitica. Innumerevoli sono poi i riferimenti negazionisti presenti in social networks quali : Facebook, MySpace,Twitter,Wikipedia, YouTube ecc. .

Il negazionismo italiano è trasversale ed è presente in circuiti di destra, sinistra, religiosi e persino esoterici, e si caratterizza anche per la sua presenza in ambito scolastico ed accademico .

Tra i gestori dei principali siti di ispirazione negazionista troviamo insegnanti di liceo e docenti di università, alcuni di essi sono giunti sino ad organizzare master universitari e corsi dedicati alle tematiche negazioniste.

Negli ultimi anni in Italia il negazionismo si è fatto sempre più attivo ed aggressivo, i siti antiebraici ormai attaccano con violenza e toni canzonatori i principali studiosi della Shoah, definiti sprezzantemente olocaustici, strumentalizzando persino Primo Levi in chiave negazionista .

Il rabbioso antisemitismo dei negazionisti s’è persino indirizzato verso Shlomo Venezia, sopravvissuto ad Auschwitz, la cui recente dipartita è stata accolta dai followers neonazisti del sito Stormfront con una lista di discussione “Morto il falsario olo-sopravvissuto Shlomo Venezia” densa di post innervati di trivialità e di un antisemitismo brutale.

Negli ultimi anni il negazionismo ha trovato anche un altro mezzo di espressione attraverso le canzoni delle sempre più numerose band ‘Nazi-Rock’.

I negazionisti, che si definiscono revisionisti, da un lato si prendono gioco, minacciano e denunciano, giornalisti, studiosi e centri culturali che si occupano del fenomeno negazionistico (per loro estremismo olocaustico) creando ostacoli al lavoro di ricerca, ma dall’altro si atteggiano a difensori della libertà di espressione contro i ‘progetti di dittatura mondiale’ della ‘lobby giudeo-sionista’ ed ‘olocaustica’ .

E’ opportuno quindi sottolineare che il decreto Amati si prefigge di punire il negazionismo solo quando esso si presenti in veste di “comportamenti idonei a turbare l’ordine pubblico”, le pubblicazioni ed i siti negazionisti continuerebbero pertanto a non essere perseguibili, ciò malgrado il negazionismo italiano ha reagito con una aggressività maggiore del consueto.

Sono stati aperti webforum in cui i negazionisti – spesso nascosti da nicknames – hanno riversato tutta la loro carica di trivialità, violenza e senso di impunità. Va sottolineato che, ormai da mesi, l’antisemitismo italiano, convinto della propria intangibilità, s’è fatto sempre più aggressivo. I siti Internet ebraici ormai , specie quando si occupano di negazionismo,vengono inondati di commenti antisemiti.

La branca italiana del sito Stormfront, sorta di cartina tornasole del negazionismo italiano e recentemente oscurato dalle autorità di polizia, s’è poi scatenata contro le senatrici Silvana Amati e Anna Finocchiaro, il senatore Renato Schifani, i deputati Emanuele Fiano, Alessandro Ruben e Fiamma Nirenstein, la filosofa Donatella Di Cesare gli storici della Shoah Marcello Pezzetti e Liliana Picciotto,il presidente della CER Riccardo Pacifici, tutti offesi con termini irriferibili, canzonati con i più triti insulti antisemiti e identificati come target da colpire.

Va sottolineato che nel corso degli ultimi anni le autorità hanno forse fatto poco per contrastare la crescita di xenofobia, razzismo, omofobia, antisemitismo, antisionismo e negazionismo, e ciò ha avuto un impatto negativo sulla società, finendo per rendere socialmente accettabili certe forme di pregiudizio, specie quelle espresse attraverso il Web.