7 Giugno 2018

Messaggio della Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni rispetto a dieci studenti che, nei giorni scorsi, si sono fatti immortalare in una foto di classe mentre facevano il saluto romano

Fonte:

Moked.it

Saluto romano non è goliardia,

la scuola educhi i nostri giovani”

Prosegue l’attenzione mediatica per quanto accaduto al Liceo Socrate di Roma, dove dieci studenti, nei giorni scorsi, si sono fatti immortalare in una foto di classe mentre facevano il saluto romano. Un gesto condannato da alcuni coetanei che, in una lettera aperta, hanno sottolineato la loro preoccupazione per la gestione dell’accaduto da parte della preside dell’istituto: quest’ultima ha infatti deciso di non prendere provvedimenti e ha definito il saluto romano un semplice “atto goliardico”. “Quanto accaduto al liceo Socrate è un fatto grave, ma che al contempo ci dà speranza”, il messaggio della Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni rispetto ai fatti di Roma. “Grave – afferma Di Segni – che la preside dell’istituto abbia retrocesso il saluto romano di alcuni suoi studenti a semplice atto goliardico: chi dovrebbe vigilare, dare il buon esempio e insegnare i valori della nostra Costituzione non dovrebbe far passare sottotraccia il gesto simbolo dell’oppressione che rappresenta una macchia terribile e indelebile nella storia italiana. Chi avrebbe dovuto educare si è limitato ad un mero controllo della legalità formale ma non quella che genera memoria e valori”. “A darci una grande lezione civica, ribaltando i ruoli, – prosegue la presidente dell’Unione – sono stati altri studenti del liceo Socrate, quei giovani che si sono resi conto che di fronte all’ignoranza non si può tacere ma si deve far sentire la propria voce. Ragazzi che chiedono di non essere lasciati soli nella pratica quotidiana della democrazia. Noi sottoscriviamo le loro limpide parole sul ruolo evidenziato per la scuola: non punire, ma educare. Saper distinguere ed agire contro la superficiale rievocazione e tranquilla offesa. Il nostro plauso va quindi a quei giovani che non sono rimasti indifferenti, che non hanno invece scelto la via più facile, ovvero quella di voltarsi dall’altra parte e far finta di non vedere il problema reale che si è diffuso oltre le mura, oltre al di là del quartiere”.

Rispetto alla vicenda è intervenuta anche la presidente della Comunità ebraica di Roma Ruth Dureghello che ha espresso la sua “vicinanza agli studenti del Liceo Socrate di Roma che con coraggio hanno preso una posizione netta contro la decisione della loro preside di ritenere goliardico e d’intento giocoso la foto con i saluti romani: se la preside è d’accordo saremo ben felici di ricevere gli studenti in visita al Museo Ebraico di Roma per spiegare ai ragazzi cosa rappresenti quel saluto nella coscienza civile del nostro Paese e perché non possiamo permetterci di definirlo solo goliardia”. Secondo Dureghello “esiste un problema nella nostra scuola se un dirigente scolastico deve essere richiamato dai propri alunni al rispetto dei valori fondanti della nostra Costituzione. Nascondersi dietro una sentenza della Cassazione è grave, ma ancora peggio è il non intervenire attraverso un percorso formativo per spiegare la gravità del gesto”.