27 Aprile 2018

Lo scrittore Paolo Di Stefano critica i paragoni fatti da politici italiani tra la situazione attuale e le persecuzioni subite dagli ebrei sotto il nazifascismo

Fonte:

Corriere della Sera

Autore:

Paolo Di Stefano

Il bullismo verbale (e incontinente) dei nostri politici

E poi ci si scandalizza del bullismo giovanile. Ma siamo seri noi adulti, una volta tanto! Con che faccia tosta ci precipitiamo a punire i ragazzi se i primi bulli verbali siamo noi, incapaci di misurare le parole, come si diceva una volta quando ci si sentiva offesi: «ehi tu, misura le parole…». Che al netto del tono minaccioso era una bella metafora, simile alla prudenza raccomandata dal genitore al figlio preadolescente: «pensa prima di parlare». II minimo sindacale che si pretende da un adulto equilibrato è che pesi le parole prima di farne un oggetto contundente. Invece, a poche settimane dagli sproloqui (vincenti) sulla razza bianca, il grillinoparlante Alessandro Di Battista ha detto che Silvio Berlusconi è il «male assoluto», alludendo non si sa con quanta consapevolezza al genocidio nazista. E qualche giorno fa lo stesso scellerato parallelismo è affiorato sulle labbra di Vincenzo De Luca, il governatore campano. Il quale ha solennemente dichiarato: «I pd sono come gli ebrei negli anni delle leggi razziali, sono braccati, umiliati e senza patria». Accusandoli per una sorta di autoesclusione che non si vede che cosa c’entri con le leggi razziali e gli ebrei, a meno che non si pensi che gli ebrei perseguitati fossero vittime di se stessi. Ma tant’è, l’importante è la sparata a effetto. Strafottendosene del contesto e delle coordinate, della memoria storica, della tragedia e delle sue vittime (vere). Last but not least, scegliendo in grande stile il giorno della Liberazione, è arrivato Berlusconi: «Davanti ai grillini la gente si sente come gli ebrei all’apparire di Hitler». Quale gente? Mah. Per correggersi c’è sempre tempo. Questa corsa a proclamarsi «ebrei» di un presunto totalitarismo, questo incontinente bullismo verbale (non giovanile ma senile), questo bullismo pseudo vittimario da quattro soldi andrebbe punito con una sospensione esemplare: proprio come viene punito il ragazzo che offende il compagno o il professore. Invece nulla: ci tocca aspettare la prossima scemenza. La becera cialtronaggine locutoria, che è anche cialtronaggine civile, è uno dei pochissimi punti comuni ai partiti. Sempre sicura dell’immunità. Potrebbero partire da quella per provare a formare un governo.