Fonte:
Corriere della Sera
Autore:
Liliana Segre
Liliana Segre: “L’odio online (che conosco bene) si combatte addestrando gli algoritmi a riconoscerlo”
Buongiorno.
Mi complimento per la decisione di affidare una rubrica di 7 a Liliana Segre, che – oltre ad essere una testimone vivente degli orrori a cui può portare un certo modo di pensare – si è battuta per contrastare l’odio che sembra diffondersi sempre di più nella nostra società.
Cordiali saluti.
Michele Torresani
(abbonato versione digitale)
Gentile Michele Torresani,
la ringrazio personalmente per questa lettera inviata a 7. Da sempre sono una donna di pace e mi batto contro ogni forma di istigazione all’odio. In tempi recenti ho sentito la necessità di iniziare a impegnarmi in particolare contro le nuove modalità di hate speech online.
Conosco in prima persona cosa voglia dire essere attaccati. Ancor più negli ultimi tempi, indipendentemente dall’argomento, basta che intervenga o che si parli di me ed ecco che si scatenano gli odiatori sui social network. Postano insulti spesso irripetibili, auguri di morte che certo mi amareggiano ma che, soprattutto, mi rattristano per la condizione di vuoto, rabbia e solitudine di chi li formula. Non solo. Ho anche altri motivi di preoccupazione. Se io, infatti, a quasi 95 anni ho vissuto tanta vita, e purtroppo tanto orrore, da non lasciarmi intimorire, che cosa può succedere quando a essere colpito è qualcuno di più giovane o magari in un momento di fragilità? Infine, ho visto sulla mia pelle cosa voglia dire passare dalle parole ai fatti, e quanto in fretta possa succedere. Bisogna restare vigili.
Ecco perché, come ultimo atto della mia lunga esistenza, ho fortemente voluto una Commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza, che io stessa presiedo in Senato. E continuo a partecipare a iniziative come quella della recente Giornata internazionale per contrastare i discorsi d’odio, di cui purtroppo non si è parlato a sufficienza.
Fissata il 18 giugno, è stata istituita dall’Onu per sensibilizzare le classi dirigenti e l’opinione pubblica. Quest’anno per la quarta edizione, dedicata in particolare all’intelligenza artificiale, è arrivato in Italia il presidente dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa, Theodoros Rousopoulos. Una presenza significativa, dato che la collaborazione tra Paesi è indispensabile per combattere un nemico come l’hate speech, che spesso si diffonde tramite infrastrutture sovranazionali, in uno scenario reso oggi ancora più complicato proprio da usi scorretti e manipolatori dell’AI.
Ora l’idea è che il 18 giugno 2026 l’Alleanza parlamentare contro l’odio, istituita dal Consiglio d’Europa, tenga la sua convention a Roma. Sarebbe importante che questo appuntamento fosse preparato nei prossimi mesi con un grande lavoro, coinvolgendo anche le scuole, le università e la società civile. Informare e sensibilizzare, infatti, sono fondamentali per scongiurare che l’odio online si normalizzi, che ci si abitui. Ma, come spesso accade, sono necessari anche interventi normativi. Un esempio tra tutti, che ci mostrerebbe un uso positivo della tecnologia, sarebbe inserire nella nuova legge sull’intelligenza artificiale, in discussione in Parlamento, l’addestramento degli algoritmi per riconoscere e contrastare i pregiudizi alla base dei fenomeni d’odio.