17 Febbraio 2024

Il Digital Services Act (Dsa), regolamento Ue sui servizi online, comincerà ad applicarsi ai contenuti di tutte le piattaforme

Fonte:

Il Messaggero

Autore:

Gabriele Rosana

In Europa scatta il Digital Act: più tutele su tutte le piattaforme

Scatta l’ora X: da oggi il Digital Services Act (Dsa), il regolamento Ue sui servizi online, comincerà ad applicarsi ai contenuti di tutte le piattaforme, dei fornitori di cloud e di hosting per i siti web e degli intermediari che hanno utenti attivi nell’Unione europea. Non più, insomma; soltanto a quelli della manciata di Big Tech come Google, Amazon, Facebook e TikTok, che sono state sulla graticola negli ultimi mesi: adesso, dagli acquisti su eBay alla prenotazione delle vacanze su AirBnb, per chi naviga su Internet ci saranno maggiori tutele. Obiettivo, stoppare la diffusione dell’odio e delle fake news in Rete e limitare – fino a “spegnere”, nel caso dei minori – la profilazione social ad opera degli algoritmi, ad esempio quelli che sono dietro la pubblicità basata su dati sensibili tipo opinioni politiche o orientamento sessuale. In sostanza, spiegano a Bruxelles, tutto ciò che è considerato illegale offline dovrà esserlo anche online, grazie a un livello di protezione analogo che passa dalla moderazione dei contenuti e dai meccanismi di segnalazione delle attività non conformi, che ci si trovi davanti a un prodotto contraffatto o a un post che incita all’odio razziale.

GLI OBBLIGHI

Finora, gli obblighi del Dsa – entrato in vigore nel novembre 2022 – erano scattati in via anticipata solo per le piattaforme di grandi dimensioni e i principali motori di ricerca con più di 45 milioni di utenti attivi al mese; una categoria che ricomprende non solo i social network più gettonati, ma pure servizi popolari di e-commerce come Booking e Zalando fino a tre siti porno, tra cui Pornhub. Se per queste entità, però, l’attività di sorveglianza è centralizzata a Bruxelles ed è portata avanti dalla Commissione Ue, per vigilare su tutte le altre, da oggi, saranno responsabili, in base al Paese dove si trova la sede Ue della piattaforma in questione, le autorità nazionali dei 27 Stati Ue che si occupano di servizi digitali (per l’Italia è l’Agcom), riunite in una rete di cooperazione paneuropea. Solo le piccole e microimprese con meno di 50 dipendenti e il cui fatturato annuo è inferiore a 10 milioni di euro saranno risparmiate dall’applicazione della nuova normativa, che prevede, in caso di violazione, multe milionarie fino al 6% del fatturato annuo globale dell’azienda e anche, in caso di recidiva, il divieto di operare sul territorio Ue.