19 Aprile 2022

Guerra contro l’Ucraina: disinformazione e cospirativismo

In Italia molte persone non credono alle atrocità che la Russia sta commettendo in Ucraina

In base a un sondaggio condotto da Demos per Repubblica, una persona su quattro crede che le immagini delle stragi in ucraina siano false. Tra queste molte votano per Fratelli d’Italia e alcune Lega o Movimento 5 Stelle

Secondo un sondaggio condotto da Demos per Repubblica, tra le persone interpellate una su quattro nega che la Russia stia commettendo atrocità e crimini di guerra in Ucraina. Tra questi si trova un 60% degli elettori e delle elettrici di Fratelli d’Italia e una parte maggioritaria della base di Lega e Movimento cinque stelle. Mentre solo nell’elettorato del Partito democratico si trovano percentuali opposte.

Tra le persone intervistate sette su dieci si dicono molto o abbastanza informate sul conflitto. La gran parte di loro giudica in maniera positiva la rappresentazione mediatica offerta dalla televisione, mentre solo il 50% apprezza l’informazione data dai giornali. Se i telegiornali ricevono molti consensi, italiane e italiani si dicono invece poco soddisfatti dal ruolo dei talk show, accusati di trasformare l’invasione russa in Ucraina in uno “spettacolo permanente”, dove i vari esperti e cronisti reciterebbero parti come “attori”.

Nel complesso però, la copertura della guerra suscita un atteggiamento scettico. La metà delle persone, riporta il sondaggio su Repubblica, ritiene l’informazione come “distorta e pilotata” e una persona su quattro la ritiene faziosa. Esprimendo in particolare un atteggiamento negazionista e complottista. La “diffidenza mediatica” viene infatti enfatizzata osservando la ricostruzione e l’attribuzione della responsabilità di fronte alle stragi e agli orrori dell’invasione russa. In questo caso, quasi un quarto delle persone intervistate credono che le notizie in arrivo dall’Ucraina siano dei falsi, delle montature del governo ucraino diffuse per interessi politici e per aumentare gli indici di ascolto.

Dopo quasi due mesi di guerra, sembra ancora che la differenza tra aggressori e vittime, tra oppressori e oppressi, non sia molto chiara tra la popolazione italiana. Così come sembra manchi una sorta di memoria storica a breve termine, che arriva fino a negare l’evidenza dei fatti, al complottismo, e a sostenere come le notizie e le immagini delle stragi di Bucha, degli stupri o dei sistematici e indiscriminati attacchi contro i civili siano in realtà messe in scena, costruite e amplificate dal governo ucraino per delegittimare il presidente russo Vladimir Putin o il suo esercito.

Per evitare di cedere a queste teorie, pur mantenendo un occhio critico, ci si può ricordare dei numerosi avvelenamenti che hanno colpito diversi oppositori di Putin, come Alexei Navalny, o l’assassinio di Boris Nemtsov, ucciso con un colpo di pistola nel 2015, proprio dopo essersi dichiarato contrario all’intervento militare russo in Ucraina a seguito della rivoluzione di Euromaidan, come riportato dal quotidiano russo Meduza. Oppure dell’uso di armi chimiche e altre armi vietate nelle guerre in Cecenia o Georgia. O più semplicemente ascoltare cosa dicono gli stessi media russi. Per esempio, in un articolo relativo alla strage di Bucha titolato Cosa dovrebbe fare la Russia con l’Ucraina, l’agenzia stampa russa Ria Novosti ha sostenuto come “denazificazione vuol dire anche deucrainizzazione” e che questa sia “necessaria” per punire “gli odiatori della Russia”.