29 Luglio 2025

Feltre, revocata la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini

Con 12 voti favorevoli – fra cui quello determinante di FdI -, uno contrario e due astenuti, il consiglio comunale di Feltre ha approvato lunedì 28 luglio alle 22 la delibera che revoca ufficialmente la cittadinanza onoraria conferita nel 1924 a Benito Mussolini. «Una rivalutazione postuma — ha detto il vicesindaco Claudio Dalla Palma della maggioranza di centrodestra — che ha tenuto conto di molti aspetti, storici e morali».

Il dibattito

Ampio dibattito, prima della votazione: storia, memoria e onorificenza, i nodi principali. «Il fascismo deve restare un monito non un tabù da rimuovere» ha detto la consigliera Maria Bee (Per Feltre) motivando il suo no. Secondo Matteo Titton (Fratelli d’Italia): «revocare la cittadinanza a Mussolini equivarrebbe a cancellare la Storia». Per lui, astensione: la revoca, «un’azione retroattiva». La richiesta, ha spiegato Alessandro Dal Bianco, consigliere della minoranza di centrosinistra nonché segretario provinciale del Pd, «è arrivata contestualmente all’intitolazione di piazza Plebiscito al martire antifascista Giacomo Matteotti». Una scelta di coerenza con il passato della città di Feltre, insignita della Medaglia d’argento al Valor militare per la sua lotta partigiana. Con la revoca «non si rifà la Storia», ha aggiunto, attribuendo invece alla mozione un significato simbolico: l’amministrazione comunale di Feltre, come quelle di Belluno e Forno di Zoldo, è stata tra le prime a essere destituita dal fascismo. Al posto del sindaco, fatto rimuovere, «la nomina della figura del Podestà».

Il voto decisivo

Una forzatura, un abuso di potere da riscattare, soprattutto nell’anno dell’80esimo anniversario della Liberazione e «nel momento in cui è stata intitolata una piazza a Matteotti», ha sottolineato Dal Bianco. Ma anche il timore, per Denis Zatta (Fratelli d’Italia) che l’iniziativa potesse costituire «bagarre e spaccare la maggioranza». Suo il voto decisivo per l’ok alla mozione. Prima della sospensione del dibattito, a margine del voto, la riflessione del consigliere di minoranza ed ex sindaco Paolo Perenzin (Cittadinanza e Partecipazione): «Mussolini, dal 1924 al 1945, dopo che è gli stata conferita la cittadinanza onoraria, si è reso indegno di averla oppure no?».

Le dinamiche del voto

Quindici i votanti su un consiglio che conta 17 componenti (assente la sindaca Viviana Fusaro e un consigliere). Dodici i voti favorevoli necessari per l’approvazione della revoca della cittadinanza onoraria: in breve, due terzi del consiglio comunale. Troppo alto, anche per la maggioranza, il rischio – in caso di rifiuto della mozione – di passare per «amministrazione fascista». La trattativa, hanno poi spiegato alcuni consiglieri di minoranza, nei venti minuti di sospensione del dibattito. «Le liste civiche non volevano retrocedere», ha detto Dal Bianco (Pd). Non negoziabile il voto contrario della consigliera Bee (Per Feltre). Stessa cosa per le astensioni di Baldissera (Per Feltre) e Titton (Fdi). Una consultazione interna – che ha coinvolto telefonicamente anche il sindaco – e la decisione di Zatta (Fdi) di votare a favore della mozione. Un voto che ha salvato cosi l’amministrazione Fusaro, evitando la spaccatura della maggioranza.