10 Febbraio 2016

È allarme in Francia per il dilagare tra i giovani delle teorie cospirativiste

Fonte:

Il Messaggero

Autore:

Francesca Pierantozzi

A lezione contro i complotti

«Ti stanno manipolando» questo lo slogan scelto per mettere in guardia i ragazzi sul web

A scuola in Francia non si imparerà più soltanto la storia, ma anche a resistere alle tentazioni della contro-storia. Alcuni insegnanti hanno già dato un nome alla lezione: l’ora di «autodifesa intellettuale». Si imparerà che no, le scie chimiche non sono uno strumento dei governi per sottomettere le popolazioni, che sì, Neil Armstrong ha camminato sulla luna, non in uno studio tv, e che no le Torri gemelle non sono state distrutte per giustificare le guerre in Afghanistan o Iraq e andarsi a prendere il petrolio, e che no, no, le foto dei fratelli Kouachi che scappano da Charlie Hebdo non sono truccate, che gli ebrei non cospirano per governare il mondo, che Michael Jackson è morto e sepolto e, a quanto pare anche Elvis, Lady D e perfino David Bowie.

Le teorie del complotto sono sempre esistite: c’erano le streghe, gli untori, i Protocolli di Sion. Ma mai come oggi prosperano. Se ne sono accorti in Francia gli insegnanti, davanti a studenti sempre più numerosi che alzano le spalle o ridacchiano quando si parla dell’ assassinio di JFK, degli attentati di Parigi, e perfino di formule scientifiche. Tutto falso, dicono. Inventato da poteri occulti. La certezza che quanto scrivono i libri di storia, o di fisica, è per buona parte pura invenzione, si è diffusa al punto che il ministro della Pubblica istruzione Najat Vallaud Belkacem ha deciso di correre ai ripari organizzando una giornata di studio con insegnanti e psicologi per «lanciare un movimento», perché il fenomeno «non va sottovalutato: danneggia i rapporti con la scuola e con il sapere».

SONDAGGI

Perfino i sondaggi confermano: il 51 per cento dei francesi sono interessati ai temi cospirazionisti, il 36 per cento dei giovani tra i 15 e i 24 credono all’esistenza di una società segreta che dirige il mondo. A questo si aggiunge un altro dato: i ragazzi tra i 13 e i 19 anni passano in media 13 ore e mezzo a settimana su Internet, dove le probabilità di incappare in queste teorie di realtà capovolte sono altissime.

Lionel Vighier, professore di scuola media, assicura che «dopo gli attentati del gennaio 2015 le teorie del complotto si sono moltiplicate e i social network fungono da cassa di risonanza». Nella hit parade della «complottosfera» ci sono, oltre al «falso attentato» alle Torri gemelle, le false morti di celebrità, e «dopo ogni attentato – spiega Vighier – nuove teorie compaiono». Stufa di dover spiegare come sono andate (o meglio come ‘non’ sono sicuramente andate) le cose l’11 settembre 2001, il 7 gennaio o il 13 novembre 2015, Sophie Mazet, professoressa d’inglese al liceo Auguste-Blanqui di Saint-Ouen, banlieue di Parigi, ha deciso di istituire un atelier (a partecipazione volontaria) di informazione critica che ha ispirato un «Manuale di resistenza intellettuale». Mazet ha capito l’importanza di aiutare i ragazzi a destreggiarsi tra i media quando nessuno, in classe, ha dubitato della veridicità del video di un discorso di Barak Obama (tratto dal sito satirico The Onion) in cui il presidente americano terminava con un sonoro, «God bless America and fuck you».

RETORICA

Per la ministra Belkacem la cosa va presa molto sul serio. «Le teorie del complotto entrano sempre più spesso nelle aule» ha detto. «Gli insegnanti sono i primi a testimoniare del fatto che i loro corsi sono contestati perché si pretende di avere letto un’altra cosa su Internet, con una retorica ormai ben rodata». Proprio per smontare i procedimenti retorici, simili nella maggior parte dei complotti (denuncia di un gruppo come “portatore di un progetto di dominio”, indizi trasformati in prove, eventi in successione presentati come necessariamente collegati) il governo ha aperto un sito (ontemanipule.fr) e creato l’Osservatorio del cospirazionismo diretto da Rudy Reichstadt.

Il complottismo, dice Reichstadt «tira il collo alla realtà per servire i suoi interessi, indica un gruppo di individui (i templari, gli ebrei, gli illuminati, le streghe) come “portatori di un progetto di dominio” e «inverte l’onere della prova» chiedendo che si dimostri che quello che sostengono è falso. Facile per i complottisti dimostrare il contrario: «il governo – dicono vuole distogliere i francesi dalle analisi che rivelano la natura del potere».