Fonte:
World Jewish Congress
Durante l’Esame Periodico Universale dell’Italia alla 59ª sessione del Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite del 2025, la signora Noemi Di Segni, Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, ha pronunciato una dichiarazione a nome del Congresso Ebraico Mondiale (World Jewish Congress). Ha espresso gratitudine al governo italiano per gli sforzi compiuti nella lotta contro l’antisemitismo, mettendo al contempo in guardia contro le crescenti minacce derivanti dalla radicalizzazione politica e dalle sfide crescenti alla libertà religiosa.
Rappresentante che ha pronunciato la dichiarazione:
Sig.ra Noemi Di Segni
Testo della dichiarazione:
Signor Presidente, Illustri membri,
Sono Noemi Di Segni, Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. Siamo l’ente che rappresenta l’ebraismo italiano e cerchiamo, naturalmente, di metterne in luce la particolarità e l’unicità, dalle sue radici antiche fino alle sfide che affrontiamo oggi.
Il futuro delle comunità ebraiche dipende non solo dalla loro dedizione, dalle tradizioni e dallo studio, ma anche dalle forme inedite di violenza, discriminazione e antisemitismo che oggi affrontano.
Aspiriamo alla pace e preghiamo per la fine delle guerre, affinché possano essere ristabilite la speranza e la convivenza. Crediamo nei progetti che promuovono la condivisione culturale e il dialogo interreligioso e, allo stesso tempo, constato con amarezza che la libertà religiosa non esiste più, è minacciata.
Siamo grati al governo italiano e ai ministri più coinvolti per il loro impegno e l’attenzione nel contrastare questa situazione, soprattutto in questi mesi difficili, evitando slogan facili, doppi standard e appelli a uccidere o a negare l’esistenza degli ebrei e dello Stato d’Israele.
Identifichiamo tre criticità principali:
- I partiti populisti e della sinistra che, alla fine, legittimano la radicalizzazione e l’odio, senza comprendere che è proprio questo ciò che sta accadendo.
- L’utilizzo dell’ebraismo e del conflitto come strumenti di gestione delle dinamiche politiche.
- Le barriere comunicative, con l’uso di concetti che nel Medio Oriente hanno un certo significato, ma che vengono applicati con leggerezza al nostro contesto civile e culturale.
Il nostro appello agli italiani è di comprendere che i rischi esistenziali per gli ebrei e per Israele rappresentano un segnale diretto e negativo per tutta l’Italia e per le sue garanzie democratiche. Non si tratta soltanto di un “problema ebraico” da compatire o da osservare a distanza.