Fonte:
www.corriere.it
Autore:
Valentina Santarpia
Maglia choc «Auschwitzland», 9mila euro di multa alla militante Selene Ticchi
Un decreto penale di condanna a quattro mesi di reclusione commutati in novemila euro di multa per la maglietta Auschwitzland, indossata dalla militante Selene Ticchi D’Urso il 28 ottobre 2018 a Predappio (Forlì), durante la manifestazione dei nostalgici della marcia su Roma
Il Tribunale di Forlì «ha condannato Selene Ticchi a quattro mesi di reclusione commutati in 9.000 euro di multa più 50», e dunque «ha dato ragione all’Anpi» sulla famosa maglietta «Auschwitzland», indossata dalla donna il 28 ottobre scorso a Predappio, in occasione dell’anniversario della Marcia su Roma. Lo sottolinea «Patria indipendente», il quindicinale dell’Associazione nazionale partigiani italiani (Anpi), ricordando che, dopo la manifestazione in provincia di Forlì, «la foto della signora Ticchi e della sua maglietta, è girata vorticosamente sui media creando ovviamente sdegno, disgusto, repulsione ed emozioni analoghe». Il decreto di condanna è stato notificato all’Anpi, in quanto persona offesa. La militante si era giustificata parlando di «humor nero», ma il caso aveva sollevato diverse polemiche e anche un’interrogazione parlamentare.
Violate la legge Mancino e la Costituzione
La signora, si lesse allora sulla stampa, era «militante di Forza Nuova e già vicina al Movimento per la sovranità di Storace e Alemanno- prosegue Patria indipendente- Denunciata per l’orrida maglietta da tanti cittadini ed associazioni, fra cui l’Anpi nazionale, è stata sottoposta al decreto penale di condanna». Si tratta dunque «di una sentenza che dà ragione all’Anpi nazionale e a tutti coloro che hanno denunciato il reato, una sentenza che rispetta le leggi vigenti, a cominciare dalla legge Mancino, e rispetta la XII Disposizione finale della Costituzione che vieta la ricostituzione sotto qualsiasi forma del disciolto partito fascista».
La difesa
«Al momento non ho ricevuto nulla, ma mi trovo fuori di casa a La Spezia (la donna è residente a Budrio, nel Bolognese, ndr) e perciò ci potrebbe essere qualche cosa nella mia posta», dice Ticchi raggiunta al telefono. Il suo legale, avvocato Daniele Durso, invita «a consultare e leggere attentamente l’articolo due della legge Mancino del 1993», lasciando intendere che la scritta presente sulla maglietta non rientrerebbe nella fattispecie considerata. Per il presidente dell’Anpi di Forlì, Gianfranco Miro Gori, «tutte le condanne non sono per me motivo di gioia, ma questa è giustissima. Perché esibire quella maglietta è stato un gesto ignobile e vergognoso». Ticchi, che in seguito all’episodio venne sospesa da Forza Nuova, ha 15 giorni per opporsi.